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giovedì 27 giugno 2013

GOLDMAN, JP MORGAN E I MILIARDARI FINANZIANO IL MATRIMONIO GAY: E ADESSO PROVATE A NEGARE ANCHE QUESTO!!!

DI GZ
cobraf.com

Goldman Sachs e JP Morgan oggi lodano la decisione della Corte Suprema USA (1), che ha cancellato la legge, approvata tramite referendum popolare in California, che dichiarava il matrimonio un unione tra uomo e donna. Queste banche emettono comunicati su tutte le questioni politiche importanti ? No, affatto, in genere anzi stanno attente a non schierarsi... 



I fondi hedge più importanti di New York hanno finanziato direttamente le campagne per far cancellare questa legge sul matrimonio e hanno finanziato con milioni i politici che si dichiarassero pro-gay. A New York in pratica il matrimonio e adozioni gay sono passati grazie ai milioni di dollari pompati da tre trader di mega hedge funds (Paul Singer, Dan Loeb e Cliff Asness) (2), i quali hanno letteralmente comprato i politici che ancora avevano dubbi. 


Inoltre diversi miliardari da Jeff Bezos di Amazon a Bill Gates hanno donato milioni di dollari ai comitati pro-matrimonio gay. Nel partito repubblicano l'elettorato è al 90% contro il matrimonio gay, ma i finanziatori più importanti hanno invece donato milioni di dollari ai politici repubblicani perchè si schierassero a favore (3) e ovviamente sta funzionando. 


In parole povere i miliardari e in particolare le grandi banche e fondi hedge hanno fatto vincere con i loro milioni la campagna per adozioni e matrimoni gay che invece la maggioranza della popolazione respinge, nonostante la martellante campagna mediatica a favore (come si è visto quando si va al voto tramite referendum popolare come in California dove appunto era passata la legge sul matrimonio che i giudici "illuminati" oggi hanno cancellato). 


Questa elite non si schiera e non finanzia delle cause su ogni questione sociale o politica. Ad esempio sulle guerre in Afganistan, Iraq che durano da 12 anni e sono costate migliaia di morti e decine di migliaia di mutilati questi miliardari da Soros a Bezos a Gates a Goldman Sachs non fanno dichiarazioni, non prendono posizioni e non donano soldi per fermarle, diciamo che se ne infischiano. 


Ma sulle adozioni e matrimonio gay invece l'elite dei super ricchi e della finanza si scatena, schiera i mass media (che controlla) a favore e finanzia con milioni di dollari la campagna per farli passare. 


E' perchè nessuno di loro ha figli o parenti che fanno il soldato e vanno a crepare in Afganistan e invece hanno tutti parenti o amici o conoscenti nel loro ambiente di New York, Miami e Los Angeles che sono lesbiche e gay ? O ci sono spiegazioni più profonde... 


Il diritto ad adottare e sposarsi dei gay riguarda probabilmente meno di 1/10 della popolazione gay (la stragrande maggioranza dei gay non si sogna di sposarsi e di adottare..) la quale a sua volta è circa il 3% della popolazione, quindi questo problema riguarda alla fine circa ( 1/10 X 3% =) al massimo lo 0.3% della popolazione americana. E non è che se non ti sposi hai in municipio hai problemi particolari nell'ambiente dei gay di New York e delle grandi città che sono largamente benestanti... 


Qui hai un problema che NON INTERESSA AL 99.7% DELLA POPOLAZIONE americana e anche a quello 0.3% della popolazione costituito da gay che vogliono sposarsi non gli cambia quasi niente. E' difficile immaginare una questione meno rilevante per la popolazione americana, è difficile pensare a qualcosa di più futile come problema sociale. E siamo in America, un paese che da 12 anni è in guerra con i suoi soldati che muoiono, che sta fomentando un'altra guerra in Siria (con decine di migliaia di morti) in questi giorni, che parla di attaccare l'Iran. Senza contare la disoccupazione e sottoccupazione cronica, il calo del tenore di vita della maggioranza dei lavoratori (il 75% dichiara nei sondaggi di non riuscire a risparmiare niente ogni mese) e la grottesca disuguaglianza sociale per la quale l'80% della ricchezza è in mano ora al 2% della popolazione. 


Ma guerre, disuguaglianze sociali, disoccupazione (o immigrazione illegale di massa) non hanno spazio sui mass media o alla Corte Suprema. Il diritto di sposarsi di una frazione della popolazione gay invece da due anni è il tema più dibattuto e per il quale l'elite si impegna... 

Fonte: www.cobraf.com
Link: http://www.cobraf.com/forum/coolpost.php?
topic_id=3246&reply_id=123528147&topicGroupID=1
27.06.2013




COMMENTO

Cari amici buongiorno a voi.
Quello che avete appena letto non è una notizia dell'ultim'ora dato che da diversi anni le banche sopracitate, altre banche EbraicoAngloAmericane e molte altre Corporations (con lo stesso genere di proprietà) si sono fatte promotrici di queste ideologie inclusiviste e tolleranti a prescindere; basta andare sui loro siti ufficiali per vedere il tipo di politica interna (e DE FACTO anche esterna) stanno adottando.

Per chi ancora di voi fosse scettico e/o incredulo ecco alcuni esempi tratti dai siti ufficiali

Goldmann Sachs
http://www.goldmansachs.com/who-we-are/diversity-and-inclusion/employee-affinity-networks.html

JP Morgan
http://careers.jpmorgan.com/student/jpmorgan/careers/europe/preintern
http://www.corriere.it/notizie-ultima-ora/Economia/Usa-Morgan-Goldman-Sachs-brindano-nozze-gay/26-06-2013/1-A_007275050.shtml

ACCENTURE
http://www.accenture.com/SiteCollectionDocuments/PDF/Accenture_Lesbian_Gay_Bisexual_Transgender.pdf
http://careers.accenture.com/us-en/working/overview/diversity/diverse-workforce/Pages/gay-lesbian-transgender.aspx

KPMG
http://www.kpmg.com/us/en/about/csr/diversity-inclusion/pages/default.aspx
http://www.kpmgcareers.co.uk/smart-thinking/news/articles/join-kpmgs-lgbt-network-in-its-10-year-anniversary-celebration#.Uc3sOzu_LTo
http://www.accountingweb.com/topic/education-careers/kpmg-has-announced-it-now-offers-tax-offsets-lgbt-employees

DELOITTE
http://www.deloitte.com/view/en_AU/au/services/consulting/human-capital/DiversityandInclusion/842e9c61b1f75310VgnVCM2000001b56f00aRCRD.htm
http://www.deloitte.com/view/en_us/us/press/5898724a855f4310VgnVCM3000001c56f00aRCRD.htm

COCACOLA
http://www.coca-colacompany.com/our-company/diversity/diversity-councils-and-business-resource-groups

Potrei continuare ancora a fare esempi ma preferisco lasciare a voi la ricerca.

COME SI PUO' IGNORARE TUTTO QUESTO E DIRE CHE E' UN COMPLOTTO INVENTATO QUANDO ORMAI LA COSA E ' PALESE?
Ma io mi chiedo: perché tutto questo?
Come si può svendere, distruggere la dignità, l'etica, la morale delle persone per pure valutazioni economiche di convenienza?
Come si può annientare quel poco di religiosità che è rimasta nel mondo?

Ormai la rabbia e lo sdegno in me stanno facendo sempre più posto alla tristezza: la tristezza di vedere il popolo inconsapevole che applaude a questa leggi empi che gridano contro Dio o quando non applaudono rimangono indifferenti o peggio ancora, pur essendo contrari zittiscono se stessi o si auto-censurano, come se tutto questo fosse inevitabile, orribilmente normale; come se fossero rassegnati ad un lento ed inesorabile declino della civiltà.


La rassegnazione dei giusti e l'accettazione di tutto questo da parte persone umili e ingenue che mi fa piangere nel cuore.
Ma dentro di me vi è rabbia, rabbia di come poche persone siano riuscite a fare tutto questo indisturbate, immuni da ogni critica o giudizio nel nome di quella "Nuova Religione Civile" che essi stessi hanno creato:
La tolleranza verso ogni tipo di male morale
l'opposizione nei fatti e a volte anche esplicita contro la tradizione cristiana in particolare quelle cattoliche e ortodosse
la restaurazione di un neopaganesimo pratico che la cristianità aveva spazzato via

Già successe nella Storia che un'intera civiltà volle fare a meno di Dio e contro egli lanciò il suo grido:

Babilonia,..... ma non gli andò molto bene, anzi fece un brutta fine a causa della sua empietà.

Ritengo sia impossibile e inutile pregare per coloro che hanno e stanno causando questo e altri mali indicibili contro gli umili e contro Dio; troppo grave è la loro colpa:
L'aver costretto il popolo a peccare per puro egoismo farisaico

Invece invito tutti voi, cari amici, a pregare per tutti coloro che sono nel errore e nella confusione a causa di questi uomini malvagi potenti apolidi. Possa la Madonna aprire i loro cuori alla giustizia di nostro Signore.

Riccardo Ing



martedì 25 giugno 2013

Definizione del giorno

Cos'è il Democratismo?

Da non confondere con la democrazia come la intendevano Aristotele e San Tommaso d'Aquino.

Democratismo è: il potere viene sì dal basso ma una volta che il politico rappresentante ha ottenuto il consenso può agire e legiferare come a lui sembra meglio senza dogmi o riferimenti morali specifici.

O se preferite, per parafrasare Massimo Fini (giornalista del IlFattoQuotidiano) nel suo libro Sudditi:
"
un modo sofisticato (e gentile) per metterlo nel culo alla gente, soprattutto alla povera gente, col suo consenso".

Fonte
Sudditi di Massimo Fini


Riccardo Ing

domenica 23 giugno 2013

Vangelo Lc 13,23-29.


In quel tempo. Un tale chiese al Signore Gesù: <Signore, sono pochi quelli che si salvano?>. Disse loro: <Sforzatevi di entrare per la porta stretta, perché molti, io vi dico, cercheranno di entrare, ma non ci riusciranno. Quando il padrone di casa si alzerà e chiuderà la porta, voi, rimasti fuori, comincerete a bussare alla porta dicendo: "Signore aprici!". Ma egli vi risponderà: "Non so di dove siete". Allora comincerete a dire: "Abbiamo mangiato e bevuto in tua presenza e tu hai insegnato nelle nostre piazze". Ma egli dichiarerà: "Voi, non so di dove siete. Allontanatevi da me, voi tutti operatori di ingiustizia!". La ci sarà pianto e stridore di denti, quando vedrete Abramo, Isacco e Giacobbe e tutti i profeti del regno di Dio, voi invece cacciati fuori. Verranno da oriente e da occidente, da settentrione e mezzogiorno e siederanno a mensa nel regno di Dio>.

Commento da laico

Cari amici, molto spesso coloro i credenti di qualsiasi confessione si interrogano, non solo sul destino della propria anima, ma quasi per riflesso anche sul destino degli altri.
In questo breve passo la prima risposta che il Signore dà questo tale: "Sforzatevi di entrare per la porta stretta, perché molti, io vi dico, sono quelli che cercheranno di entrare, ma non ci riusciranno", qualcuno di noi potrebbe riassumerla in maniera affrettata con "pochi si salveranno", ne più ne meno "riprendendo" la domanda che quest'uomo pone a Gesù. La risposta non è questa! Il Signore infatti afferma che per entrare nel Regno di Cieli esistono dei fattori discriminanti, se non esistessero tali fattori chiunque, giusti o empi potrebbero avere la salvezza: Lo stesso Lutero (e ovviamente molti protestanti) affermava "Pecca fortemente ma credi fortemente!"
Ma allora se fosse così che senso ci sarebbe tutto questo? Che senso avrebbe la legge di Dio?
Assolutamente nessuno, sarebbe solo un insieme di leggi vuote puramente discrezionali.
La porta è stretta come dice Gesù, il quale afferma che non è facile, mentirebbe se dicesse ciò.
Il messaggio e la chiamata sono rivolti a tutti:

Ma egli vi risponderà: "Non so di dove siete". Allora comincerete a dire: "Abbiamo mangiato e bevuto in tua presenza e tu hai insegnato nelle nostre piazze".
Ma a coloro spesso che pur mostrandosi magnifici, retti e rispettosi della legge, agiscono con malizia e con logica farisaica e intelligenza diabolica, costringendo nel peccato tutti gli altri  (i semplici gli umili, i poveri di spirito e di beni materiali) sarà detto:

"Voi, non so di dove siete. Allontanatevi da me, voi tutti operatori di ingiustizia!". La ci sarà pianto e stridore di denti, quando vedrete Abramo, Isacco e Giacobbe e tutti i profeti del regno di Dio, voi invece cacciati fuori."

I malvagi, nonostante tutto il loro potere, la loro sapienza, i loro mezzi, le loro trame e macchinazioni: "molti, io vi dico, cercheranno di entrare, ma non ci riusciranno." 

La porta stretta è la legge Dio, impegnativa sì, ma non impossibile e la speranza di salvezza non solo resterà tale (speranza come desiderio) ma diverrà realtà per molti: "Verranno da oriente a occidente, da settentrione e da meridione" a testimoniare l'universalità del messaggio e della salvezza che Dio ci promette.
Anche se la logica del mondo ci ostacola e le insidie ad esso legate sono tante sforziamoci tutti noi di seguire la legge divina poiché grande sarà la nostra gioia


Buona Domenica a tutti voi cari amici.

Riccardo Ing







giovedì 20 giugno 2013

QUANDO UN CATTOLICO HA DIRITTO AD USARE LA VIOLENZA? Facciamo un po' di chiarezza

Cristianesimo equivale a “porgere l’altra guancia”?

di Don Curzio Nitoglia

Gesù non è venuto ad abolire la Legge mosaica, ma a perfezionarla. Quando il Vangelo dice che non bisogna opporsi al nemico, ma pregare per lui, offrirgli anche l’altra guancia se occorre, concerne l’atteggiamento del singolo ogni volta che si tratta dei suoi personali interessi. La lezione quindi non può dirsi obbligante in senso rigoroso per ciascuno e per tutti; mentre indica solo un traguardo a cui tutti devono mirare per elevarsi. Una piena adesione allo spirito del Vangelo non sopprime in noi il diritto alla
legittima difesa (“vim vi repellere licet/è lecito respingere la forza con la forza”) e nel prossimo il diritto ad essere da noi amato, protetto e difeso contro tutte le minacce del male.

Chi può essere così incoerente da indurirsi, appunto per amore di Cristo, a consentire ad un bruto di uccidere un bambino, pur potendo impedire l’aggressione?
È assurdo appellarsi a un Vangelo della non violenza, si tratterebbe della più ridicola e irritante caricatura del Cristianesimo. Quel che si dice del singolo, vale con più ragione dello Stato, che deve tutelare la vita, l’onore, i beni, la libertà dei cittadini contro ogni ingiusto aggressore, ricorrendo – se necessario – anche alla forza.

In ciò la dottrina di S. Paolo esclude ogni dubbio: “I governanti non sono da temere quando si fa il bene, ma quando si fa il male. Vuoi non aver da temere l’autorità? Fa il bene [...]. Ma se fai il male, allora temi, perché non invano essa porta la spada; è infatti al servizio di Dio per la giusta condanna di chi opera il male” (Rom., XIII, 3-4). La mansuetudine evangelica non va confusa con la passività e arrendevolezza a coloro che vogliono il male del prossimo.

Perciò è a sproposito che si cita il Vangelo di Matteo (V, 39) “A chi ti picchia la guancia destra porgi anche l’altra” per negare la liceità dell’autodifesa. Il significato o lo spirito del versetto evangelico è quello che ci è dato dai Padri della Chiesa. Nel versetto precedente (V, 38) Matteo scrive: «Avete udito che fu detto ‘occhio per occhio dente per dente’». Vale a dire nella Legge antica, per non sorpassare i limiti della
legittima difesa, si diceva che si poteva al massimo rendere pan per focaccia, ossia se ci era stato offeso un occhio si poteva rioffendere un solo occhio del prossimo, non entrambe né ucciderlo.

S. Agostino commenta «questa legge detta del taglione, mirava a contenere gli eccessi della difesa, che avrebbe potuto far passare dal legittimo all'illegittimo o sproporzionato. La legge del taglione mirava ad
eguagliare la pena o la difesa all'offesa e faceva in modo che la persona lesa non trascendesse nella legittima difesa. Poneva dunque un limite all'ira affinché non divenisse sproporzionata. Non è colpevole chi vuole
che sia punito giustamente chi lo ha offeso ingiustamente, ma siccome nel volere la pena facilmente ci si fa prendere dall’odio e dall’orgoglio, è meglio perdonare. Così la Legge antica non è contraddetta, ma
perfezionata dalla nuova ed evangelica, la quale allontana il rischio di eccesso di legittima difesa ancor meglio della legge del taglione. Perciò se occorre sii disposto a perdonare, ma non ti ci devi sottomettere senza
necessità. Infatti ciò potrebbe essere imprudenza e falsa umiltà e quasi un provocare Dio. Gesù stesso percosso rispose: “perché mi percuoti? E non porse l’altra guancia” (Io., XVIII). Il Vangelo qui non vieta il castigo del male e del reo il quale giovi a correggerlo, se fatto senza ira disordinata» (In Matth. V, 38).

In breve, la legge del taglione (Es., XXI, 24; Deut., XIX, 21; Lev., XXIV, 19) pur essendo buona in sé, poteva favorire i desideri di vendetta personale e esagerata. Gesù non la abroga ma la perfeziona invitando a
perdonare le offese fatte alla nostra persona e ad abbandonare ogni spirito vendicativo o di difesa esagerata. Resta fermo il principio di legittima difesa “vim vi repellere licet cum moderamine inculpatae tutelae  è lecito respingere la forza con la forza, con una reazione proporzionata all'azione offensiva”. Gesù non proibisce che ci si opponga agli attacchi ingiusti, in maniera proporzionata. Per illustrare questo principio della legittima difesa senza eccessi, il Vangelo ci fornisce l’esempio parabolico e paradossale, da non prendersi alla lettera.

San Tommaso d’Aquino nella Summa Theologiae (II-II, q. 64, a. 7) si chiede “se sia lecito uccidere per difendersi” e risponde che “dalla difesa personale derivano due effetti, il primo è la conservazione della propria vita; l’altro è l’uccisione dell’ingiusto aggressore. Orbene, questa difesa è lecita, poiché con essa si vuole conservare la propria vita, il che è una tendenza naturale in ogni ente vivente. Tuttavia se la reazione fosse sproporzionata all'aggressione o al fine della difesa: mantenere la propria vita, sarebbe illecita. Quindi, se per difendere la propria vita si usa maggiore forza del necessario, ciò è illecito. Se invece si reagisce con
moderazione o proporzione al fine e all'aggressione da respingere, allora essa è lecita”.

Padre Tito Centi nel Commento alla Somma Teologica scrive “Pur affermando di amare il prossimo con somma generosità, Cristo e gli Apostoli non intendono considerare peccaminoso l’esercizio dei diritti naturali dell’amore verso se stessi e della conservazione personale”.

Quindi il cristianesimo non solo non nega la legittima difesa personale, ma neppure che la guerra e la pena di morte possano essere giuste, in quanto esse sono il diritto di legittima difesa applicato alle nazioni e alla Società civile che si difende dal delinquente il quale la distruggerebbe se lasciato il libertà[1] (S. Th., II-II, q. 40, a. 1).

Fonte: http://doncurzionitoglia.net








martedì 18 giugno 2013

IMMIGRAZIONE E LA SINISTRA RADICALE OCCIDENTALE: Gli utili idioti al servizio dei potenti.

Peter Hitchens: “Non è stato perché ci piacevano gli immigrati, ma perché volevamo distruggere la società.”

Peter Hitchens ex radicale di sinistra che oggi ha aperto gli occhi, scrive sul Mail on Sunday. La sua è
una confessione e una denuncia:

"Come io sono in parte responsabile per l’immigrazione di massa
Quando ero un rivoluzionario marxista, eravamo tutti a favore di più immigrazione possibile."

"Non perché ci piacessero gli immigrati, ma perché non ci piaceva come era la società britannica. Abbiamo visto gli immigrati – da qualsiasi luogo – come alleati contro la società conservatrice che il nostro paese era ancora alla fine degli anni Sessanta. Volevamo usarli come grimaldello."

"Inoltre, ci piaceva sentirci ‘superiori’ alle persone comuni – di solito delle zone più povere della Gran Bretagna – che videro i loro quartieri improvvisamente trasformati in presunte “comunità vibranti”."

"Se avevano il coraggio di esprimere le obiezioni più miti, subito li accusavamo di razzismo. Era facile."

"Noi studenti rivoluzionari non vivevamo in tali aree “multietniche” (ma venivamo, per quanto ho potuto vedere, per lo più dalle zone ricche e le parti più belle di Londra)."

"Potevamo vivere in luoghi ‘vibranti’ per alcuni (di solito squallidi) anni, in mezzo a degrado e bidoni traboccanti."

"Ma noi lo facemmo come dei vagabondi senza responsabilità e in modo transitorio,  non avevamo figli. Non come i proprietari di abitazioni, o come genitori di bambini in età scolare, o come gli anziani che sperano in un po ‘di serenità alla fine delle loro vite."

Quando ci laureammo e cominciammo a guadagnare soldi seri, in genere ci dirigemmo verso le costose enclave di Londra e diventammo molto esigenti su dove e con chi i nostri bambini andavano a scuola, una scelta che felicemente abbiamo negato ai poveri delle città, quelli che abbiamo sbeffeggiato come “razzisti”.

Ci interessava e ci siamo curati della grande rivoluzione silenziosa che già allora cominciava a trasformare la vita dei poveri inglesi?

No, per noi significava che il patriottismo e la tradizione potevano sempre essere derisi come ‘razzisti’.

E significava anche servi a basso costo per i ricchi della nuova classe media privilegiata, per la prima volta dal 1939, così come ristoranti a buon mercato e – in seguito – costruttori a buon mercato e idraulici che lavoravano in nero.

Non erano i nostri salari che erano depressi dall'immigrazione, o il nostro lavoro che finiva fuori mercato. Gli immigrati non facevano – e non fanno – il genere di lavoro che facevamo noi.

Non erano una minaccia per noi.  Ma per la gente normale.

L’unica minaccia per noi, poteva venire dai danneggiati, dal popolo britannico, ma potemmo sempre soffocare le loro proteste, suggerendo che erano ‘moderni fascisti’.

"Ho imparato da ciò, che ipocrita snob e persona arrogante ero (e la maggior parte dei miei compagni rivoluzionari erano)."

"Ho visto posti che ho conosciuto e nei quali mi sentivo a casa, completamente cambiati nel giro di pochi anni."

"Ho immaginato  come sarebbe stato, crescere in uno di quei posti, bloccato in un quartiere squallido come un inglese qualunque, strade strette dove i miei vicini parlavano una lingua diversa. E a poco a poco ho iniziato a diventare un solitario, traballante straniero in un mondo che conoscevo, ma che non riconoscevo più."

"Mi sono sentito profondamente, irrimediabilmente triste per quello che ho fatto e per non aver detto nulla in difesa di coloro le cui vite sono state stravolte, senza che fosse loro mai stato chiesto il permesso, e che sono stati avvertiti in modo molto chiaro che, se si fossero lamentati, sarebbero stati disprezzati e reietti. Definiti “razzisti”."

Fonte: http://isteve.blogspot.it/2013/04/peter-hitchens-it-wasnt-because-we.html


L'intolleranza dell'intellighenzia si sinistra

Sembra l’Italia di oggi, dove se ti ribelli, sei “razzista”. Dove, o sei a favore della società multietnica, o sei “fuorigioco”, sei senza voce: perché chi e quando parla lo controllano loro. E se qualcuno rompe il monopolio, deve essere eliminato.

Commento personale

Cari amici, qualcuno avrebbe potuto dissentire se un discorso o una considerazione simile l'avesse fatta una persona, diciamo "di destra".
Ora, qui si stratta di una confessione nero su bianco e di un "mea culpa" fatto da uno degli autori del disastro e della sofferenza che da anni stanno vivendo non solo i ceti medi e medio bassi europei ma anche gli stessi immigrati:

  • I primi hanno visto un peggioramento del proprio tenore di vita 
  • I secondi, tratti in inganno dall'illusione di una vita migliore, non hanno visto alcun tipo di miglioramento salvo casi sporadici
Perché?


Molto semplice, la sentenza è stata la più democratica e allo stesso tempo la più spietata possibile: LIVELLAMENTO DI TUTTI VERSO IL BASSO.

DOMANDA E OFFERTA:
se l'offerta aumenta ----> più lavoratori in cerca di lavoro
la domanda di chi offre lavoro comanda ----> salari più bassi e meno diritti per tutti, e se uno non accetta ci sarà sempre qualche altro disperato che prenderà il suo posto.

Il perfetto Darwinismo sociale (ossia guerra perenne tra poveri) come lo volevano Friedrich Von HayekMilton FriedmanGeorge Joseph Stigler e tutti gli altri esponenti della Scuola di Chicago, tutti quanti economisti neoliberisti.

A chi è comunista voglio fare la seguente domanda: "Se i personaggi sopracitati (di cui dubito che voi abbiate mai sentito parlare) fossero ancora vivi vi avrebbero ringraziato? Avete realizzato la loro visione, non dovrebbero esservi grati?". Ovvio che sì! Ma , come è nel loro stile, non penso che avrebbero espresso apertamente la loro gratitudine; sarebbero rimasti dietro le quinte, dall'alto degli uffici di Wallstreet magari bevendosi un bel wysky, fumando un sigaro di mezzo metro e circondati da 2 o 3 escort di lusso, ridendo di voi cari amici comunisti, ridendo di come siete stati i loro utili idioti.

Pensando al brano del vangelo di ieri (  Mt 5,21-24): "Chi poi dice al fratello: “Stupido”, dovrà essere sottoposto al sinedrio"; sarò ben felice di sottopormi al sinedrio perché io vi dico che vi siete comportati da STUPIDI.

Riccardo Ing.





lunedì 17 giugno 2013

Vangelo Mt 5,21-24

Avete inteso che fu detto agli antichi: Non ucciderai; chi avrà ucciso dovrà essere sottoposto al giudizio.
Ma io vi dico: chiunque si adira con il proprio fratello dovrà essere sottoposto al giudizio. Chi poi dice al fratello: “Stupido”, dovrà essere sottoposto al sinedrio; e chi gli dice: “Pazzo”, sarà destinato al fuoco della Geènna.
Se dunque tu presenti la tua offerta all'altare e lì ti ricordi che tuo fratello ha qualche cosa contro di te, lascia lì il tuo dono davanti all'altare, va' prima a riconciliarti con il tuo fratello e poi torna a offrire il tuo dono.

Commento come laico

Cari amici, in questo breve passo Gesù ci richiama ancora una volta ad una presa di responsabilità e di coscienza delle nostre azioni:

  • "chi avrà ucciso dovrà essere sottoposto al giudizio"
  • "chiunque si adira con il proprio fratello dovrà essere sottoposto al giudizio"
Cosa si intende per giudizio? Per molti di noi questa parola ha in sé un accezione negativa e spesso le si attribuisce il significato di condanna.
Però il sottoporsi a giudizio e la condanna non hanno significato coincidente. L'essere sottoposti a giudizio è una condizione temporanea che può tramutarsi in stato di innocenza o di condanna.

L'accezione negativa che spesso noi attribuiamo al termine potrebbe risiedere appunto in questo: prendersi le responsabilità delle nostre azioni: è molto più facile non fare niente per non essere giudicati.

Tutti noi nella nostra imperfezione umana spesso ci arrabbiamo contro qualcuno per i motivi più disparati; tutto questo è parte della nostra esistenza ma quello che è significativo è (oltre al modo in cui noi manifestiamo esteriormente questo sentimento) il motivo/intenzione delle nostre azioni ed proprio su questo che verremo giudicati e davanti a nostro è impossibile nascondere le nostre intenzioni:
  • Ci si arrabbia per questioni futili
  • Ci si arrabbia per il nostro tornaconto
  • Ci si arrabbia per questioni importanti
  • Ci si arrabbia per i propri ideali
  • Ci si arrabbia per la giustizia
  • ecc...
Bisogna quindi capire la vera pace non è la cosiddetta pace secondo il mondo la quale un eterno conflitto mascherato da pace in cui ogni azione e lecita e giustificata proprio perché è nelle possibilità dell'uomo.
Se davvero si vuol costruire la vera pace come ce la insegna nostro Signore, occorre quindi non solo agire per bene ma anche scegliere come si agisce.


Riccardo Ing

venerdì 14 giugno 2013

Quanto durerà la tregua verso Papa Francesco I?

Cari amici buongiorno.

E' ormai diventato di pubblico dominio il problema interno alla Chiesa Cattolica di una corrente progressista e rivoluzionaria di pensiero composta da elementi provenienti dall'America Latina che vorrebbe una certa apertura verso il mondo e in particolare verso le richieste di un parziale riconoscimento delle coppie non tradizionali. In maniera molto semplice ed efficacie tale corrente è stata definita dai principali come "La Lobby Gay dentro il Vaticano".
Nell'osservazione della dottrina della Chiesa che Verbum Dei (Parola di Dio) e non un insieme di regole secolari ideate dall'uomo, il Santo Padre ha condannato senza se e senza ma quest'eresia di matrice modernista.

"Non ti coricherai con un uomo come si fa come con una donna: è cosa abominevole" Levitico 18:22

"Perciò Dio li ha abbandonati a passioni infami: infatti le loro donne hanno cambiato l'uso naturale in quello che è contro natura; similmente anche gli uomini, lasciando il rapporto naturale con la donna, si sono infiammati nella loro libidine gli uni per gli altri commettendo uomini con uomini atti infami, ricevendo in loro stessi la meritata ricompensa del proprio traviamento. Siccome non si sono curati di conoscere Dio, Dio li ha abbandonati in balìa della loro mente perversa sì che facessero ciò che è sconveniente" Romani 1,26-28

Ne più ne meno come fece sul suo patrio suolo qualche anno fa con la presidentessa Cristina Fernández de Kirchner e la sua volontà di dare legittimità anche alle coppie omosessuali.
Allo stato attuale non si sono levate particolari indignazioni da parte del "tollerante pensiero laicista mondialista e politically-correct" al contrario di tutto quello che è avvenuto durante il pontificato di Benedetto XVI, tuttavia ho la sensazione che la situazione di calma apparente durerà ancora poco nonostante l'indubbio e  maggiore appeal che Papa Bergoglio verso i fedeli.
Se a questo si combinano le dichiarazioni molto poco compiacenti (quasi di condanna) verso la grande finanza speculativa internazionale da parte del Santo Padre unita alla volontà del medesimo di riforma dello IOR all'insegna di un controllo da parte della Santa Sede riducendo DE FACTO l'influenza di persone esterne ad essa, si ha la sensazione che chi sta dall'altra parte della barricata (e dell'Atlantico) ricomincerà ad usare il martellamento mediatico.

E' mia triste previsione che ancor prima vedremo in data 16-Giugno-2013 (ossia Domenica prossima) la presenza delle FEMEN (le meretrici prezzolate al soldo di George Soros e/o del resto della elìte sionista internazionale) in piazza San Pietro.

Sarei estremamente felice di essere smentito nella mia previsione, in caso contrario lo sarei altrettanto (che Dio mi perdoni) di rivedere all'opera la signora con l'ombrello.

http://www.youtube.com/watch?v=K1TVvUlfAs4

Riccardo Ing: La quiete in Vaticano prima della tempesta.

L’errore del moderatismo cattolico di Giuliano Guzzo

Il successo, purtroppo, dà alla testa. Distrae. Inganna. Illude della scomparsa delle ostilità, esponendo chi è una posizione di forza al rischio di improvvisi e violenti contropiedi. Esattamente quel che ora, in Italia, sta accadendo ai danni di quello che siamo soliti definire il mondo cattolico. Vediamo di capirne le ragioni riepilogando brevemente qual è il “successo” che, ahinoi, pare aver dato alla testa a parte della chiesa italiana. Trattasi di un “successo” di natura politica, determinato sostanzialmente da due eventi: l’affondamento, nel 2005, del referendum abrogativo della legge 40 sulla fecondazione assistita, e l’oceanica partecipazione, nel 2007, al Family Day. Due eventi che, dopo una lunga sonnolenza, avevano riportato sul ring un cattolicesimo fiero, coerente e gioioso da non pochi dato per spacciato.

Ebbene, il successo di questi eventi – un referendum affondato nonostante la pugnace promozione dei mass media, e la moltitudine di famiglie in piazza – è stato indubbio e superiore alle più rosee aspettative. Molto superiore. Così superiore che ha spinto i cattolici reduci da quei traguardi dentro una forma di autoipnosi e di moderatismo. L’abbassamento della guardia è stato progressivo: non più manifestazioni di piazza, scarso pressing sulla politica, vigilanza sempre più fiacca – eccettuata l’attività di pochi – sul versante bioetico fino ad una pressoché totale irrilevanza sulla scena pubblica. Morale: il fronte del laicismo militante, nel frattempo, si è ampiamente riorganizzato. E su più versanti.

Il punto di svolta è coinciso con la morte di Eluana Englaro, avvenuta nel 2009. Un acceso dibattito su stampa e televisione ed un decreto-legge varato all'unanimità dal Consiglio dei Ministri presieduto da un convinto Silvio Berlusconi non sono bastati - complici certa politica e ancor più certa magistratura - a risparmiare alla società italiana ed in particolare al ritrovato mondo cattolico una sonora batosta che lo ha letteralmente tramortito. Da allora, infatti, quel gigante buono che aveva sotterrato un minaccioso referendum per poi, poco dopo, inondare la piazza nel nome della famiglia fondata sul matrimonio, non si è più ripreso. Scarso coordinamento, divisioni interne, poco coraggio: le ipotesi, qui, sono molte.

Sta di fatto ora il laicismo appare rafforzato – e di molto –, con unghie ficcate ormai in tutti i partiti, compreso quel centrodestra che pareva esserne impermeabile o quasi. Gli esiti del moderatismo cattolico, i cui primi vagiti risalgono al 2007, sono sotto gli occhi di tutti e vedono non più singoli parlamentari ma ministri della repubblica in ossequiante genuflessione dinnanzi alle istanze del mondo gay e del mondo radicale, impegnati rispettivamente per nozze omosessuali e per eutanasia e suicidio assistito. Certo, qualche reazione cattolica al contrattacco laicista c’è stata – pensiamo ai 40.000 partecipanti alla Marcia per la Vita e alle oltre 500.000 firme già raccolte dal Movimento per la Vita per la petizione pro-life “Uno di noi” – ma il contesto, nel suo insieme, è purtroppo assai incerto.

Molti politici che fino a ieri aborrivano le unioni di fatto perché ostili alla famiglia ora cavillano – non è chiaro se simulando o credendoci davvero – circa la presunta differenza fra unioni civili e nozze gay, come se le prime non conducessero alle seconde e dunque alle adozioni per le coppie omosessuali. La stessa Chiesa italiana, che pure non ha mai smesso di proclamare con coerenza le proprie posizioni, sembra aver messo da parte, almeno per ora, progetti di nuove mobilitazioni. E’ come se, tutto ad un tratto, i cattolici – in politica e non – avessero iniziato a vivere al rallentatore, scontando una pericolosa incapacità di reazione. Una sorta di resa non dichiarata ma fattuale, minimizzata a parole ma tragicamente confermata dai fatti.

Questo ha consentito ai nemici della famiglia e della Chiesa di accelerare le proprie mosse, ponendo le basi per superare quella da loro sempre ritenuta un’infelice “eccezione italiana”. Si spiega così perché ora la politica s’appresti, snobbando in toto le politiche familiari, a legiferare su unioni civili e omofobia senza temere l’elettorato cattolico: chi mai potrebbe temere qualcuno che, anestetizzato da eccessiva prudenza, tarda a farsi sentire? Il virus del moderatismo, insomma, ha tenuto a letto troppo a lungo il gigante cattolico. Ora è tempo di rimediare all'errore, di rialzarlo, di far capire – sempre nel rispetto di tutti e rifuggendo da qualsivoglia estremismo - che quel letto dove ha riposato fino a poco fa era un letto, appunto, e non una bara.

Perché la difesa della vita e la tutela della famiglia sono battaglie troppo importanti – e troppo laiche – per essere lasciate all'indifferenza o nella stretta di qualche bavaglio “antiomofobo”. E pensando alle dichiarazioni di Papa Francesco – che in questi giorni pare abbia denunciato una lobby gay intestina nientemeno che al Vaticano –, c’è da augurarsi arrivi presto il giorno in cui qualche politico di spicco, in luogo delle ormai datate denunce contro “l’ingerenza delle gerarchie ecclesiastiche”, inizi a parlare con preoccupazione della presenza di una lobby cattolica. Più di qualcuno inizierà a tremare ma quel giorno, per il cattolicesimo ma anche per l’Italia, sarà un bel giorno.

Fonte:
http://giulianoguzzo.wordpress.com

giovedì 13 giugno 2013

Riflessione dopo settimane di Violenza nel mondo.



"Le persone comuni affermano che tutte le spiegazioni non ufficiali su omicidi illustri irrisolti o attentati terroristici di natura o matrice poco chiara sono tutte falsità.

Non si rendono conto che spesso non si appoggiano alla spiegazione più logica ma solo a quella più bella allo stesso modo in cui i bambini preferiscono le favole con un lieto fine."

Riccardo Ing:  Shock Theory, Informazione e Sociologia

mercoledì 12 giugno 2013

AUTENTICITA' DEI PROTOCOLLI DEI SAVI ANZIANI DI SION PARTE 3: - L'ABBRACCIO - LA VERA MENTE DELLA RIVOLUZIONE FRANCESE

Tratto da "Il libro nero della Rivoluzione francese"

Autore: Michele Fabbri

La Rivoluzione francese è indubbiamente l’avvenimento storico che più di ogni altro si presta a esemplificare le dinamiche della sovversione. Col 1789 finisce un mondo fondato sulla gerarchia e comincia un mondo ispirato ai disvalori egualitari che hanno portato l’Occidente a sprofondare nel baratro della società multicriminale.

A cavallo dei secoli XX e XXI alcuni coraggiosi intellettuali hanno intrapreso la via del revisionismo storico per cercare di correggere i troppi errori di prospettiva che hanno inficiato molta storiografia contemporanea. In Francia, dopo la pubblicazione de Il libro nero del comunismo, è stato pubblicato anche Le livre noir de la Revolution française, che si propone di analizzare con taglio fortemente critico gli avvenimenti che sono stati assunti come una vera e propria Genesi della modernità. Il lavoro è stato coordinato dal Padre domenicano Renaud Escande; il libro, infatti, è pubblicato dalla casa editrice Cerf, che è l’editore dell’Ordine Domenicano di Francia, un piccolo editore quindi, specializzato in testi di storia e di teologia e con scarsa capacità di diffusione. Tuttavia l’importanza dell’argomento trattato ha fatto di questo libro un eccezionale successo di vendite in Francia, nonostante le recensioni negative della grande stampa, tutta asservita a una classe dirigente che seppure a vario titolo si richiama all’evento fondante della Repubblica Francese.

Il libro è una raccolta di saggi scritti da diversi specialisti della materia: professori universitari di storia, di diritto, di letteratura, giornalisti, saggisti. Il volume è diviso in tre parti: la prima ricostruisce alcuni avvenimenti chiave riportandoli alla loro effettiva portata, la seconda parte è dedicata agli intellettuali che hanno riflettuto e scritto sugli avvenimenti rivoluzionari, la terza parte è un’antologia di testimonianze dell’epoca rivoluzionaria.

Naturalmente l’avvenimento che è stato preso a simbolo della Rivoluzione è la presa della Bastiglia, che viene presentata nei manuali di storia come un fatto di portata apocalittica. In realtà il 14 luglio 1789 si svolse un’azione essenzialmente dimostrativa: una folla di esaltati, sobillati dagli affiliati alle logge massoniche, assalta la fortezza-prigione e al termine della giornata restano sul terreno un centinaio di morti. Un’inezia rispetto a quello che accadrà negli anni successivi. A partire da quel momento l’autorità del re comincia a vacillare: l’Assemblea Nazionale sembra prendere la strada di una monarchia costituzionale, ma gli avvenimenti precipitano e la tensione si accumula minacciosamente nella vita politica francese.

Il gran ballo rivoluzionario comincia con l’assalto al reggimento della Guardia Reale. Il re di Francia aveva, come il papa, un reggimento di guardie svizzere che vegliava sulla sicurezza della famiglia reale. Gli Svizzeri del re erano reclutati sia nei Cantoni cattolici che in quelli protestanti: si trattava di un corpo d’élite in cui le divisioni religiose erano superate in nome della comune fedeltà al sovrano. Il 10 agosto 1792 una canaglia di ubriachi attaccò il palazzo delle Tuileries travolgendo le guardie svizzere che vennero massacrate in breve tempo dagli aggressori che erano in numero soverchiante. I rivoluzionari si accanirono sui cadaveri mutilandoli e agitandoli come burattini, alcune donne tagliarono il sesso ai morti portandolo in giro come un trofeo…

Questo episodio diede una pessima impressione all’estero della Francia rivoluzionaria, e la Svizzera dovrà patire ancora le violenze francesi quando gli eserciti repubblicani occuperanno il territorio elvetico seminando il terrore: al canto degli inni rivoluzionari i Francesi incendiavano le chiese parrocchiali dopo avervi chiuso dentro gli abitanti dei villaggi!

I testi sulla figura di Luigi XVI sono tra i più interessanti. L’ultimo sole di Versailles venne dipinto dai rivoluzionari come un mostro autoritario e dispotico, ma in realtà il re aveva un carattere estremamente mite e quasi arrendevole (un tratto, questo, che lo accomuna a Nicola II, l’ultimo zar). L’operato di Luigi XVI non è diverso da quello di altri monarchi illuminati del tempo: impulso agli studi scientifici, concessione della libertà religiosa a ebrei e protestanti, sviluppo della marina militare e mercantile…

Ma per i rivoluzionari era importante colpire l’istituzione monarchica e dare l’esempio a future rivoluzioni. Nel processo-farsa celebrato contro il monarca l’accusa si scatenava in insulti che sfioravano il grottesco: tigre, coccodrillo, rinoceronte…

Alcuni giacobini enunciavano il concetto che uccidere un re non è reato: slogan simili hanno avuto grande fortuna anche in circostanze più vicine a noi!

Robespierre definì Luigi XVI un “criminale contro l’umanità” aprendo la strada a concetti che troveranno applicazione in procedure giuridiche inverosimili: dal processo di Norimberga a quello contro Saddam Hussein.

Luigi XVI col suo atteggiamento fatalistico non tentò nemmeno una difesa efficace e salì alla ghigliottina recitando il Salmo 3:

«Signore, quanto sono numerosi i miei nemici».

Analoga sorte toccherà a Maria Antonietta. La moglie di Luigi XVI era famosa per il suo stile di vita lussuoso e superficiale, ma della regina di Francia tutto si poteva dire tranne che fosse cattiva o che avesse un brutto carattere. Eppure nemmeno a lei furono risparmiati gli sberleffi e le crudeltà. Rinchiusa in carcere con i figli, fu poi separata dall’erede al trono, il piccolo Luigi XVII. Quando i carcerieri vennero a prendere il bambino Maria Antonietta per oltre un’ora oppose resistenza, finché le guardie dovettero minacciare di uccidere il fanciullo. Il Delfino di Francia venne chiuso in una cella vicina da dove la madre poteva sentirlo piangere quando i carcerieri infierivano contro di lui con ogni genere di maltrattamenti. Il capitolo dedicato al martirio dell’erede al trono è il più toccante di tutto il libro: è difficile credere che ci si possa essere accaniti a quel modo su un bambino di otto anni che non poteva avere alcuna responsabilità politica. Dopo averlo separato dalla madre i carcerieri lo tennero da solo in un’altra cella, poi lo chiusero in una cella d’isolamento completamente buia dove gli veniva passata la scodella del rancio da una fessura. Dopo sei mesi dei medici entrarono nella cella per visitare il detenuto: il bambino era in stato di semicoscienza, coperto di escrementi, di pulci e di vermi, con le membra rattrappite doloranti ad ogni movimento. Morì dopo qualche settimana di agonia. I testimoni che lo hanno visto in carcere affermano che mai sentirono parole di odio da lui: il piccolo Luigi non fece altro che invocare il perdono di Dio sui suoi carnefici (e quando gli aguzzini lo vedevano pregare gli gettavano addosso un secchio di acqua gelata).

Il libro propone anche riflessioni su personaggi che si prestano a interpretazioni originali, uno di questi è Saint-Just che per certi versi si può considerare come un precursore del fascismo. I presupposti egualitari della Rivoluzione francese sono certamente inconciliabili coi valori gerarchici dei regimi fascisti, ma una certa concezione centralizzata e monolitica dello stato elaborata dai rivoluzionari è stata assunta anche dal nazifascismo. Saint-Just fu un convinto sostenitore di queste idee, inoltre la passione per gli esercizi fisici e per le imprese militari lo rende simile a certi stereotipi cari a Mussolini e Hitler; tanto più che Saint-Just era assillato da un’ansia di purificazione radicale della società che ispirerà anche i regimi di estrema destra. Saint-Just mostrò una dedizione totale alla causa rivoluzionaria guadagnandosi il soprannome di “Arcangelo del Terrore”, e nel 1794 seguirà sulla ghigliottina il suo capo carismatico, Robespierre. Dunque un accostamento un po’ ardito quello tra Saint-Just e il fascismo, ma non del tutto peregrino e meritevole di ulteriori approfondimenti.

La cultura illuminista, che si era affermata in nome della tolleranza, non appena giunta al potere getta la maschera cominciando la persecuzione antireligiosa. Comincia quindi l’epoca delle battaglie laiciste che pretendono di cancellare il sentimento religioso non solo dalla vita pubblica ma anche da quella privata, al grido di “nessuna tolleranza con gli intolleranti”, altro slogan che gode di grande fortuna ancora oggi. Nel periodo del Terrore circa 8000 religiosi vennero giustiziati. Inoltre frati e suore vennero sciolti dai voti e invitati a lasciare i monasteri, ma in realtà furono una minoranza coloro che scelsero di tornare alla vita laica, quindi non erano poi tanti i reclusi forzati di cui parlavano i philosophes illuministi.

Lo specialista Reynald Secher affronta il delicato tema della guerra di Vandea, scheletro nell’armadio della Rivoluzione. Il conflitto della Vandea è la prima guerra di sterminio dell’epoca moderna e per molto tempo è stato oggetto di una manipolazione della memoria che si è tradotta in un vero e proprio “memoricidio” che ha segnato a lungo la coscienza civile francese.

Il libro si sofferma anche sulle devastazioni al patrimonio culturale causate dalla furia rivoluzionaria: nella fase più accesa del movimento sovversivo furono devastate le chiese, distrutti emblemi araldici e statue di nobili e di sovrani. Nel caos rivoluzionario si verificarono gravi danni anche alle biblioteche soprattutto monastiche: molti preziosi codici medievali vennero dati alle fiamme o furono utilizzati per fabbricare cartucce.

Ci sono episodi che mostrano a quale livello di delirio e di deformazione della realtà possa arrivare l’atteggiamento ideologico della mentalità rivoluzionaria. Emblematico è il caso della marina militare. Luigi XVI, appassionato di viaggi navali, aveva dedicato molte energie alla ristrutturazione della marina militare, e raccolse i frutti del suo impegno: nel corso della Rivoluzione americana la marina francese ottenne brillanti successi contro gli Inglesi, mettendo a rischio la consolidata supremazia della marina britannica. Nella marina militare gli ufficiali erano tutti nobili, chi non era di famiglia nobile poteva comandare solo navi mercantili. Con la Rivoluzione, nelle navi militari si formano assemblee di marinai che prefigurano i Soviet del 1917; molti ufficiali nobili vengono uccisi o incarcerati e agli ufficiali della marina mercantile viene data la facoltà di comandare navi militari senza nemmeno verificare la loro effettiva preparazione. Un ufficiale militare doveva avere competenze tecniche di eccellenza per guidare una nave in combattimento, per fare manovre di squadra e per dirigere il tiro dell’artiglieria: l’inesperienza degli ufficiali mercantili incide pesantemente sull’esito delle battaglie navali e la marina di Sua Maestà Britannica comincia a inanellare una serie di spettacolari vittorie sulla flotta francese. Pochi anni dopo Napoleone dovrà rimpiangere la Marine Royale!

Nel campo legislativo i rivoluzionari volevano attuare le utopie illuministe: si pensava di poter arrivare alla massima semplificazione del diritto in modo da permettere a tutti di fare a meno degli avvocati! In realtà fin dall’inizio il governo rivoluzionario si caratterizza per una assurda proliferazione di leggi: le democrazie moderne sotto quest’aspetto sono davvero le degne eredi della Rivoluzione…

Ma per certi versi il diritto fu effettivamente semplificato: negli anni del Terrore i processi per reati politici si svolgevano sulla base di sospetti e delazioni e gli imputati erano condannati con procedimenti sommari e improvvisati!

Un campo in cui i rivoluzionari si impegnarono particolarmente era quello del diritto di famiglia. Nelle legislazioni dell’Ancien Régime la figura del padre di famiglia corrispondeva a quella del sovrano nella nazione, per cui preoccupazione eminente dei rivoluzionari era l’abbattimento dell’autorità patriarcale, l’introduzione del divorzio, l’allentamento dei vincoli famigliari. Si cominciava a parlare di femminismo e di “educazione collettiva”: la società contemporanea ha portato a termine quest’opera di dissoluzione della famiglia naturale in un modo che non poteva essere più completo!

Molto interessante è il saggio di Jean Tulard sull’atteggiamento di Napoleone verso gli avvenimenti rivoluzionari. Le testimonianze disponibili mostrano che al giovane Bonaparte interessava una sola cosa: la battaglia per l’indipendenza della sua Corsica. La Rivoluzione sembra lasciare indifferente il giovane ufficiale d’artiglieria, che comincia a entrare nella vita politica solo in virtù dei suoi incarichi militari. Napoleone cavalca i miti rivoluzionari, ma una volta giunto al potere instaura lui stesso una nuova monarchia che scontenta i partigiani più “progressisti” del 1789. Non c’è dubbio comunque che l’Imperatore dei Francesi sarà sempre legato alla diffusione delle idee illuministe su scala europea.

Stéphane Courtois, lo storico che ha coordinato il lavoro per la pubblicazione de Il libro nero del comunismo, evidenzia le similitudini fra la Rivoluzione francese e la Rivoluzione russa. Il parallelismo dei due fenomeni è evidente, e gli stessi rivoluzionari russi prendono a modello Robespierre: in effetti il comunismo non ha fatto altro che amplificare ed elevare all’ennesima potenza la prassi operativa del Terrore. È indicativo come entrambe le rivoluzioni abbiano anche imboccato la via dell’autoassoluzione: quando Krusciov denuncia i crimini di Stalin in realtà denuncia l’apparato di potere cui lui stesso appartiene, così come la Repubblica Francese inscenò un processo-farsa per i crimini di guerra in Vandea, crimini di cui erano responsabili gli stessi membri della Convenzione, che ebbero la faccia tosta di presentarsi come salvatori della patria dopo aver mandato alla ghigliottina il loro dittatore Robespierre.

Michaël Bar Zvi tratta del rapporto fra ebrei e Rivoluzione francese. Questo breve saggio è decisamente spiazzante, poiché Bar Zvi ritiene che l’emancipazione ebraica abbia…esposto gli ebrei a ulteriori discriminazioni! In realtà l’effetto forse più gravido di conseguenze del 1789 è proprio l’abolizione delle interdizioni giudaiche che ha permesso agli ebrei un’irresistibile ascesa ai vertici della scala sociale, anche se è verosimile pensare che all’epoca i piani sionisti fossero confinati a una ristretta cerchia di rabbini. Nell’Assemblea Nazionale del 1789 si enunciò il principio per cui occorreva riconoscere tutto agli ebrei in quanto individui e nulla in quanto comunità religiosa. Il principio sul piano giuridico non fa una grinza, ma gli ebrei continuarono ad avere un atteggiamento settario, al punto che lo stesso Napoleone dovrà tornare sui passi rivoluzionari rimettendo in vigore alcune restrizioni nei confronti della comunità ebraica. Le tesi di Bar Zvi sono mutuate da quelle della filosofessa ebrea Hanna Arendt, che riteneva inaccettabile che gli ebrei rinunciassero allo statuto di “popolo eletto” sottoponendosi all’uguaglianza dei cittadini di fronte alla legge. Alla luce di quanto è avvenuto negli ultimi due secoli, si deve constatare che la lobby ebraica deve tutto ai principi egualitari dell’89. Più interessante sarebbe piuttosto approfondire la storia della famiglia ebraica Rothschild, che proprio nel periodo delle guerre napoleoniche incrementa immensamente le sue fortune economiche finanziando gli opposti schieramenti e mantenendo uno stato di perenne conflittualità fra le nazioni d’Europa.

Il Padre domenicano Jean-Michel Potin analizza i famosi concetti rivoluzionari liberté, égalité, fraternité, mostrandone tutta l’astrattezza e la pretestuosa applicazione. Questi concetti, infatti, sono estremamente vaghi e suscettibili di interpretazioni che possono essere le più svariate e le più antitetiche: dal Cristianesimo all’illuminismo, dal comunismo al nazionalismo queste parole sono state adattate ai contesti più eterogenei.

La seconda parte del libro esamina l’interpretazione critica degli avvenimenti rivoluzionari da parte di alcune importanti figure intellettuali. Da Rivarol che appassionò Ernst Jünger, a Nietzsche, il più penetrante critico dell’egualitarismo, ai cattolici militanti come Bloy, Péguy, Bernanos…

Fra i pensatori controrivoluzionari i più interessanti sono indubbiamente Joseph de Maistre e Louis de Bonald. Il savoiardo de Maistre è tra i primi a rilevare come gli ideali pacifisti dell’illuminismo nella loro attuazione pratica abbiano scatenato l’era delle guerre totali e della militarizzazione della vita civile. Louis de Bonald elabora una sorta di ideologia controrivoluzionaria organizzata sul concetto di ordine trinitario: clero, nobiltà, borghesia, e nel microcosmo famigliare padre, madre e figli. Quasi una rivisitazione delle concezioni tripartite degli Indoeuropei!

Un’importante figura che segna un salto di qualità nel pensiero conservatore è quella di Donoso Cortés, che riflettendo sugli avvenimenti del 1848, ispirati al 1789 e aggravati dal nascente virus del comunismo, comincia a elaborare l’idea di una risposta radicale all’egualitarismo rivoluzionario: per opporsi alle rivoluzioni occorre una dittatura che assume i connotati di un intervento miracoloso nell’ordine divino.

Una figura da tener presente è quella dello storico Augustin Cochin (1875-1916) che ha dedicato la sua attività di ricerca al ruolo della Massoneria nella Rivoluzione francese. Questo originale studioso ha messo in luce le assurde imposture della cultura “democratica”, che elabora nel segreto delle logge le parole d’ordine che vengono poi divulgate come espressione della “volontà generale”. Il XXI secolo ha portato alle estreme conseguenze queste strategie di comunicazione col risultato di una totale alienazione degli individui dalla sfera della politica.

Fra i critici della Rivoluzione non si può non menzionare Charles Maurras. Il faro intellettuale dell’Action Française denunciava il sistema plutocratico nato dal 1789, l’emancipazione degli ebrei, nonché la dittatura delle parole, che ha impoverito e standardizzato il linguaggio. Inoltre Maurras stigmatizzava la cancellazione delle identità locali messa in atto dalla concezione rivoluzionaria della patria “una e indivisibile”.

La terza parte del libro raccoglie testimonianze dell’epoca che ci informano su alcuni momenti salienti del processo rivoluzionario. Leggere queste pagine lascia ancora oggi esterrefatti per la brutalità e l’efferatezza degli avvenimenti narrati. Rasenta l’inverosimile la descrizione dei cimiteri parigini nel periodo del Terrore. Nella sola Parigi si poteva arrivare a giustiziare centinaia di persone al giorno e i cadaveri dei ghigliottinati erano talmente numerosi che venivano sepolti a fior di terra: le salme emanavano un fetore insopportabile e dai cimiteri colavano rivoli di carne umana in decomposizione. Le autorità dovettero provvedere a un eccezionale ampliamento delle aree cimiteriali e un architetto arrivò perfino a progettare un gigantesco forno crematorio a forma di piramide: un simbolo molto caro alla Massoneria…

Queste pagine che testimoniano della inaudita violenza rivoluzionaria dovrebbero sempre essere richiamate alla memoria quando la classe dirigente democratica esibisce la sconcia retorica delle “pari opportunità”. Il mondo moderno, nato dalla Rivoluzione dell’89, è ancora oggi in larga parte influenzato dalla prassi rivoluzionaria. La lunga ombra del Terrore arriva fino a noi, con i diktat paranoici della correttezza politica, che si ispirano ai “certificati di civismo” istituiti dal governo rivoluzionario, con la “legge dei sospetti” di Robespierre che si prolunga nei moderni reati d’opinione: razzismo, antisemitismo, revisionismo, sessismo, omofobia…

L’appiattimento della personalità prefigurato dall’illuminismo è stato pienamente attuato dalla società di massa contemporanea, e la distruzione delle caste naturali ha lasciato il campo a caste artificiali i cui privilegi non sono giustificati da alcuna funzione sociale.

La Francia ha celebrato trionfalmente i primi due centenari della Rivoluzione, ma oggi ci si chiede se sarà festeggiato un terzo centenario. L’Europa è avviata a un processo di putrefazione multietnica forse irreversibile. Verosimilmente fra qualche decennio i musulmani saranno una larga maggioranza in Europa, quindi i “valori laici” della Rivoluzione andranno letteralmente…a farsi benedire!

Se poi l’Europa dovesse vivere un sussulto di orgoglio identitario che risvegli le coscienze assopite dei suoi popoli, allora le istanze egualitarie del 1789 saranno il nemico pubblico numero uno in sistemi politici basati sulla gerarchia. Pare insomma che non ci sia alcun futuro per i sacri principi dell’89, che alla prova della storia mostrano di essere stati la condanna a morte della civiltà europea.

Commento

Dalla filosofia alla pratica, dalla strategia alle operazioni, l'attesa è finita.
Sempre di meno di si nasconde nel buio della notte, sempre più si opera di giorno.

Gli umili e i miti sono schiacciati, l'ordine delle inizia a essere sovvertito dalle fondamenta, i giusti sono chiamati empi e gli empi giusti.

Se prima il nuovo potere sedusse ora esso abbraccia.

Inizia la ritirata e con essa il declino della Chiesa sposa di Cristo e le menti potenti d'Europa iniziano a inebriarsi del potere assoluto, il potere che non freni, il potere che si bea nel pervertire i cuori dei semplici.

L'antico regno distrutto da millenni ora getta di nuovo le sue fondamenta su questa terra e getta l'ombra della sua torre sulla Cattedra di San Pietro.

Riccardo Ing.

lunedì 10 giugno 2013

4° comandamento della religione laicista: Disonora il padre e la madre.

Tratto dall'articolo di Marcello Veneziani, Il Giornale 09/06/2013

Genitore 1 a genitore 2: non è una comunicazione in codice della Volante ma è il nuovo codice della famiglia, già adottato in mezza Europa

Genitore 1 a genitore 2, passo e chiudo la famiglia. Non è una comunicazione in codice della Volante ma è il nuovo codice della famiglia, già adottato in mezza Europa e prima o poi anche da noi, che siamo provinciali e ci adeguiamo sempre «all'estero», come dicono gli idioti. La famiglia finisce in coda, prendi il numeretto e ti metti in fila. Magari sarà previsto anche un genitore 3, 4, e così via. Non importa il sesso e l'effettivo rapporto col minore, basta avere i numeri. L'abolizione del Padre, ente superfluo, ha preceduto solo di qualche anno la soppressione di un altro ente inutile, la Madre, anzi la Mamma come la chiamavano i mammiferi preistorici. 
Per le famiglie numerose procediamo alla separazione dei beni filiali, il genitore 1 si cura dei figli dalla fila uno in giù, il genitore 2 di quelli dalla fila tre in avanti. Io che sono figlio 4, sarei capitato con genitore 2, ma non so chi sarebbe stato dei due. Primo è il maschio, come si faceva nel tempo maschilista o vale il detto «nelle case dei galantuomini prima la femmina e poi l'omini»? Forse in ordine d'arrivo, come i numeretti alla posta. L'abolizione di padre e madre, ridotti a genere neutro, nasce dalla delicatezza di non offendere le unioni gay, ma è la prova, anche semantica, che il danno di cui ci preoccupiamo noi fanatici (vero, galan-bondi?) non è la legittimazione delle unioni gay ma l'abolizione della civiltà fondata sul padre e sulla madre.
A proposito di unioni: e se abolissimo l'unione europea piuttosto che cancellare il padre e la madre?

Fonte: http://www.ilgiornale.it/news/interni/925362.html

Commento

Questa volta non parlerò delle motivazioni o del chi, del come e del perché faccia tutto questo dato che ormai, dal mio punto di vista e non solo le risposte a tali domande sono piuttosto chiare. Mi limiterò soltanto a dire che:
La cosa che più mi preoccupa è che tutto questo passa come assolutamente normale. Normalità dettata dalla "religione civile" dei tempi che viviamo:
Tolleranza verso Tutto 
Il Tutto è il disordine morale totale
Il disordine totale è la amoralità
Quindi è la religione della amoralità
Essendo la Speranza l'ultima a morire, nonché una delle tre virtù teologali, io confido in persone di intelligenti ma soprattutto di buon cuore come Marcello Veneziani; persone che dimostrano quanto sia falso, nonché demenziale il sistema di equazioni:
Intelligenza e cultura sono esclusivamente laiciste e di sinistra
tutto il resto è stupido e ignorante

Riccardo Ing. Fariseismo e Culturame materialista



domenica 9 giugno 2013

Grazie Don Alessandro! Ti auguro ogni bene nel tuo difficile compito

Vangelo Matteo 1,20-24, Prima messa celebrata come sacerdote da Padre Alessandro


In quel tempo apparve in sogno a Giuseppe un angelo del Signore e gli disse: "Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua sposa. Infatti il bambino che è generato in lei viene dallo Spirito Santo; ella darà alla luce un figlio e tu lo chiamerai Gesù: egli infatti salverà il suo popolo dai suoi peccati". Tutto questo è avvenuto perché si compisse ciò che era stato detto dal Signore per mezzo del profeta: "Ecco, la vergine concepirà e darà alla luce un figlio: a lui sarà dato il nome di Emmanuele, che significa Dio con noi". Quando si destò dal sonno, Giuseppe fece come gli aveva ordinato l'angelo del Signore.

Commento come laico

Proprio come Giuseppe, l'uomo del silenzio, così anche tu, Alessandro, nonostante i punti oscuri e qualche timore di cui hai parlato durante la messa hai messo da parte i tuoi dubbi e hai ascoltato la chiamata del Signore.
Sei diventato uno dei suoi servi e ministri. Grande è la difficoltà per i sacerdoti di questi tempi; tempi difficili come non mai in cui la fede è messa a dura prova dalla mondanità e dal materialismo che sempre più si diffondono in una società scristianizzata.
Hai accettato Obbedienza, Castità e Povertà ( che non significa pauperismo)  verso la Chiesa sposa di Cristo come Giuseppe accettò le stesse cose prendendo come moglie Maria.

Ti auguro ogni bene nel tuo difficile compito, Padre Alessandro!

Riccardo Ing.

venerdì 7 giugno 2013

AUTENTICITA' DEI PROTOCOLLI DEI SAVI ANZIANI DI SION PARTE 2: LA TENTAZIONE - EUROPA XVII SECOLO

"Noi useremo tutte le armi dell'intelligenza umana e dell'economia"
"Porteremo disgrazie, morte e distruzione."

Il grande Vecchio

FILOSOFIA

SPINOZA

VITA

Baruch nacque il 24 novembre 1632 da genitori di religione ebraica divenuti poi marrani, cioè ebrei forzati a convertirsi al Cristianesimo. Il padre, Michael, era un mercante che aveva sposato in seconde nozze Hanna Debora da cui aveva avuto Baruch, rimasto orfano di madre all'età di sei anni il 5 novembre 1638.
La famiglia originaria del Portogallo nel secondo decennio del secolo XVII era stata costretta per motivi religiosi ad abbandonare il Portogallo e a stabilirsi nella protestante Olanda dove era nato Baruch che fu inizialmente educato nella comunità ebraica sefardita di Amsterdam. Presso la scuola della comunità, il Talmud Torah, portò a termine i primi quattro gradi di istruzione.

IL PANTEISMO
Il cabalismo mascherato

I singoli modi, cioè le singole cose connesse col pensiero e con l'estensione, sono naturalmente contingenti e imperfetti ma l'insieme, la totalità dei modi è perfetta come è perfetta la sostanza. È solo la visione irrazionale individuale a farci vedere l'imperfezione delle cose. Se io potessi contemplare il mondo materiale e non materiale nella sua totalità allora coglierei la mirabile perfezione del tutto.

« Una cosa singolare qualsiasi, ossia qualunque cosa che è finita e ha un'esistenza determinata, non può esistere né essere determinata ad operare, se non è determinata ad esistere e ad operare da un'altra causa che anch'essa è finita ed ha un'esistenza determinata... e così via all'infinito.»

Ogni modo finito è prodotto da un altro modo finito, cioè l'universo è come una catena di anelli infiniti di causa effetto. Ma Dio non è la causa efficiente di ogni modo, non è il primo anello della catena ma è la catena stessa. Cioè se definiamo Dio come Natura naturans questa coincide con la Natura naturata.

  • Natura naturans come causa e come Dio in sé;
  • Natura naturata come l'insieme dei modi e come Dio espresso.

Dio è natura che si fa natura. Tutto ciò che appare bene, male o imperfezione , dipende dalla nostra immaginazione che dà un'interpretazione soggettiva e non coglie il mirabile ordinamento del tutto.

RIFLESSIONE POLITICA E FONDAMENTA DEL NATURALISMO EBRAICO
Quando l'uomo può fare a meno di DIO

La situazione storica dei Paesi Bassi in quel tempo era caratterizzata da continue lotte politiche tra un partito repubblicano e uno monarchico a sostegno della Casa d'Orange-Nassau; a tali dispute si intrecciavano violenti movimenti religiosi che vedevano da una parte varie sette riformate e dall'altra la Chiesa Calvinista.
In questo clima storico, nel 1670 Spinoza aveva pubblicato, anonimo, il Trattato teologico-politico, opera che suscitò un clamore ed uno sdegno generali, in quanto presentava un'accurata analisi dell'Antico Testamento, e in special modo del "Pentateuco", tendente a negare l'origine divina del libro.
La Scrittura viene infatti trattata come un prodotto storico - un insieme di testi redatti da uomini diversi in diverse epoche storiche - e non come il mezzo privilegiato della rivelazione di Dio all'uomo. Le profezie narrate nel testo sacro vengono spiegate ricorrendo alla facoltà della "immaginazione" di coloro che le hanno pronunciate, mentre gli eventi miracolosi, privati di qualsiasi consistenza reale, vengono definiti come accadimenti che gli uomini non riescono a spiegarsi e che per questo, per l'ignoranza delle cause che li hanno prodotti, essi finiscono per attribuire ad un intervento soprannaturale.


Il Trattato teologico-politico sostiene la necessità per uno stato di garantire ai suoi cittadini libertà di pensiero, di espressione e di religione attraverso una politica di tolleranza di tutte le confessioni e di tutti i credi, senza interferenze in questioni che non riguardino la sicurezza e la pace della società. In nome di questa libertà di coscienza Spinoza pretende l'assoluta laicità dello stato. L'autorità religiosa non si deve intromettere nelle convinzioni di coscienza dei singoli cittadini; chi è credente obbedirà alla gerarchia della sua Chiesa e dovrà limitarsi a quanto la sua fede prescrive cercando di essere giusto e caritatevole verso il prossimo.
Del resto un'analisi storica della Bibbia, sostiene Spinoza, conferma che questo è l'insegnamento dei profeti e degli apostoli una volta che lo si sia purificato dal loro carattere individuale e dalle incrostazioni dipendenti dalla mentalità e dalle epoche storiche in cui questi hanno vissuto. Qui il Dio di Spinoza ha ancora una configurazione personalistica che sarà negata nell'Ethica, ma tuttavia, sottoponendola ad una purificazione razionalista, gli appare chiaro che la fede serve ad indirizzare alla virtù gli uomini più semplici mentre la verità è riservata alla ragione filosofica.


ECONOMIA

"La BANCA quando emette moneta, è uno stato nello stato." Niccolò Macchiavelli

CONTESTO

Il francese Fernand Braudel, hanno sottolineato come la crisi del Seicento ebbe conseguenze diverse sulle varie regioni europee, favorendo l'insorgere di nuovi rapporti di forza internazionali: in pratica, secondo questa interpretazione, ci sarebbero stati anche dei vincitori, oltre che dei vinti, e dalla crisi sarebbe uscito un sistema economico internazionale più gerarchizzato.

MOSES SCUDOROSSO

La prima figura di rilievo della famiglia, dato nei registri di sepoltura di Francoforte, è quella di Moses Rothschild (1550 aC), la cui figlia Ester è morta nel 1608. I membri della stessa famiglia sono menzionate a Worms nel XVII secolo come rabbini (Lewysohn, "Sechzig Epitaphien zu Worms"). Uno di questi, Mendel Rothschild, è stato per diversi anni predicatore a Praga, allora rabbino di Bamberg, e, infine, rabbino di Worms per quattordici anni.

Tratto da JEWISH ENCYCLOPEDIA

CROMWELL E GLI OLANDESI

Con lo scopo di rifinanziare le casse pubbliche mediante prestiti dal 7 al 18 dicembre 1655 Cromwell tenne una conferenza a Whitehall allo scopo di ottenere L’approvazione per l’immigrazione su vasta scala degli ebrei. Nonostante la sala fosse gremita di sostenitori di Cromwell, la schiacciante maggioranza dei delegati, in massima parte preti, legali e mercanti, votò contro l’ingresso degli ebrei in Inghilterra. Nell’ottobre 1656 ai primi ebrei fu surrettiziamente permesso di entrare liberamente in Inghilterra, nonostante forti proteste registrate dal sottocomitato del Consiglio di Stato, che dichiarò che questi ebrei “sarebbero stati una grave minaccia per lo Stato e per la religione cristiana”.

I mercanti, senza eccezione, parlarono contro l’ammissione degli ebrei. Essi dichiararono che gli immigranti proposti sarebbero stati “moralmente pericolosi per lo Stato e che la loro ammissione avrebbe arricchito gli stranieri a spese degli inglesi” .
Cromwell morì il 3 settembre 1658, succeduto dal figlio, Richard, che governò per nove mesi. Charles II (1660-1685), figlio del giustiziato Charles I, succedette al padre.

Nonostante egli fosse l’ultimo monarca inglese ad emettere banconote con pieno diritto, fece due errori fatali nell’esercizio del potere. Il 1° agosto 1663 approvò la legge eufemisticamente di sondaggio per l’incoraggiamento del commercio che permise l’”esportazione di tutte le monete straniere, lingotti d’oro o d’argento, liberi da interdizione, regolamentazione o imposte di qualsiasi genere”. Tre anni più tardi con la legge per l’ incoraggiamento della coniatura permise a privati, bancari ed orefici di coniare le monete del regno nella zecca reale e con ciò acquisire i considerevoli benefici del reddito del signoraggio per loro conto privato.
Il regno di suo fratello James II (1685-1688) durò appena tre anni. Egli fu vittima di opuscoli senza scrupoli e propaganda, provenienti in gran parte dall’ Olanda. Una spedizione militare condotta dal principe William d’Orange alla fine lo detronizzò. Benchè l’esercito di James fosse numericamente superiore, fu scoraggiato dall’attaccare dopo che John Churchill, primo duca di Marlborough, lo aveva improvvisamente abbandonato.  

Secondo l’enciclopedia ebraica, Churchill ricevette uno stipendio annuale di 6.000 sterline dall’ebreo olandese Solomon Medina in pagamento della sua condotta traditrice.
La campagna militare di William d’Orange come quella dell’altro William il Conquistatore nel 1666 era stata finanziata da banchieri ebrei. In cambio del loro appoggio William III (1689-1702) avrebbe trasferito le prerogative reali di emettere la valuta dell’Inghilterra libera da debito ed interesse ad un consorzio conosciuto come “Governor and Company of the Bank of England.”

A.N. Field in “All these Things” riassume questi gravi momenti come segue: “Trentatre anni più tardi dopo che Cromwell aveva ammesso gli ebrei in Inghilterra, un principe olandese arrivò da Amsterdam circondato da uno sciame di ebrei di quel centro finanziario.

"Le origini segrete della banca d’Inghilterra" di Stepehn Goodson


Commento

La creatura dormiente si sveglia dal letargo e inizia a sedurre i potenti con due mezzi:
  • L'oro necessario ai potenti per pagare tutti i debiti di guerre e conquiste preparate ad arte nei scoli precedenti.
  • La nuova filosofia: FAI CIO CHE VUOI, non seguire più gli opprimenti precetti della religione ufficiale, abbraccia le nuove Chiese, nessun vincolo reale, morale modellata sulle tue esigenze; inventati tutte le dottrine che vuoi e perfino la schiavitù avrà una sua dignità.
Una grande tentazione costruita ad arte, una tentazione che porterà gli stessi cristiani a iniziare a distruggere se stessi in una lotta senza fine e senza vincitori.

O forse..... un vincitore c'è:

Chi non ha mai intrapreso la lotta ma l'ha semplicemente innescata.

Riccardo Ing

giovedì 6 giugno 2013

AUTENTICITA' DEI PROTOCOLLI DEI SAVI ANZIANI DI SION PARTE 1: - IL TRADIMENTO - L’ORIGINE EBRAICA DEL PROTESTANTESIMO E DELLE ANTICHE ERESIE NEGLI SCRITTI DEL SIONISTA LAZARE “CON IL PROTESTANTESIMO LO SPIRITO EBRAICO TRIONFÒ”

Giudaismo ed “eresie cristiane”

negli scritti dell’autore ebreo Bernard Lazare.

Dai primi secoli al protestantesimo



di Andrea Giacobazzi

Introduzione breve

“Con il protestantesimo lo spirito ebraico trionfò”

Quello che segue non può definirsi un articolo – o un saggio – sui legami tra eresie “cristiane” ed ebraismo. Si tratta sostanzialmente di una raccolta di estratti provenienti da un unico libro: L’antisemitismo. Storia e Cause[1] (1894) del sionista Bernard Lazare, esponente di spicco della cultura ebraica a cavallo dei secoli XIX e XX. Questa piccola presentazione può valere contemporaneamente come parziale recensione (nel senso etimologico di “passare in rassegna”) e come base di riflessione circa la lucida analisi con cui, un autore ben distante dal Cattolicesimo Romano, sembra convergere su determinate interpretazioni storico-teologiche. Il tema pare ancor più interessante se viene letto, a differenza di ciò che fa Lazare, nell’ottica della Chiesa che – in quanto Novus Israel, Verus Israel – ha nella sua Dottrina il vero compimento della Legge Mosaica. Nella Tradizione ecclesiastica si trova la continuazione perfetta di quel retto cammino che – già prima della venuta di Cristo – era stato deviato, in ambito ebraico, da varie “tradizioni umane” ed infine dallo spirito delle eterodossie farisaiche a causa delle quali il Messia non fu riconosciuto da tutti i giudei[2] (“Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che chiudete il regno dei cieli davanti agli uomini; perché così voi non vi entrate, e non lasciate entrare nemmeno quelli che vogliono entrarci”[3]). Facilmente si capisce come il giudaismo di oggi abbia poco a che vedere con i Santi Profeti veterotestamentari che tante volte richiamarono il popolo e le sue autorità alla Fede genuina. Ma torniamo alle eresie “cristiane”: cosa afferma dunque il Lazare su questa “corrente ebraica” che pare inseguire e colpire, di setta in setta, il Nuovo Israele cattolico?

Gli estratti

Seppure in maniera frammentaria e con qualche inesattezza che si ritrova nel testo, lo scrittore ebreo comincia dalle origini:

[…] Si potrebbe scrivere la storia della corrente ebraica nella chiesa cristiana, storia che partirebbe dall’Ebionismo[4] iniziale per arrivare al protestantesimo  (p. 51)

Prima di giungere al luteranesimo:

[…] Alcuni eretici non erano forse giudaizzanti? I Pasagiani dell’alta Italia osservavano la legge mosaica; l’eresia di Orléans era un’eresia giudaica; una setta albigese affermava che la dottrina degli ebrei era preferibile a quella dei cristiani; gli Ussiti erano assecondati dagli ebrei […] (p.107)

[…] Per vincere i seguaci della scolastica, gli umanisti dell’impero divennero teologi e per essere meglio armati andarono alle fonti: impararono la lingua ebraica, non per una sorta di dilettantismo o per amore della scienza come Pico della Mirandola e gli italiani, ma per trovare argomenti contro gli avversari. Nel corso di questi anni che preannunciano la Riforma, l’ebreo divenne educatore e insegnò l’ebraico ai sapienti. Li iniziò ai misteri della Kabbalah, dopo aver loro aperto le porte della filosofia araba li armò contro il cattolicesimo della straordinaria esegesi che i rabbini avevano coltivato e resa forte: quell’esegesi di cui saprà servirsi il protestantesimo e più tardi il razionalismo. (p. 120)

Infine, sul protestantesimo propriamente detto:

[…] La Riforma, sia in Germania che in Inghilterra, fu uno di quei momenti in cui il Cristianesimo si ritemprò alle fonti ebraiche. Con il protestantesimo lo spirito ebraico trionfò. Per certi aspetti, la Riforma fu un ritorno all’antico Ebionismo del periodo evangelico. Gran parte delle sette protestanti furono semiebraiche: più tardi dei protestanti predicarono dottrine antitrinitarie: tra altri Michel Servet ed i due Soncino di Siena. Persino in Transilvania l’antitrinitarismo era fiorito nel XVI secolo e Seidelius aveva sostenuto l’eccellenza dell’ebraismo e del Decalogo. I Vangeli furono abbandonati a favore della Bibbia e l’Apocalisse. E’ ben nota l’influenza che questi due libri esercitarono sui Luterani e i Calvinisti e soprattutto sui Riformatori e i rivoluzionari inglesi, influenza che perdurò fino al XVIII secolo; a lei si devono i Quaccheri, i Metodisti, i Pietisti e soprattutto i Millenaristi, gli Uomini della Quinta Monarchia che con Venner a Londra sognavano la repubblica e si alleavano con i Livellatori di John Lilburn.

Anche in Germania, il protestantesimo all’inizio cercò di attirare gli ebrei e da questo punto di vista è singolare l’analogia tra Lutero e Maometto, entrambi trassero le loro dottrine da fonti ebraiche, entrambi vollero far approvare i loro nuovi dogmi da quel che restava d’Israele. [...] (p. 122)

Nonostante le avversità e gli scontri, il Cattolicesimo continuava a chiamare a sé gli ebrei:

[…] ed è anche agli Ebrei che Luterani e Calvinisti si rivolgono, anzi sembra che questi ultimi sarebbero stati pienamente convinti della giustezza della loro causa se i figli di Giacobbe si fossero uniti a loro. Ma gli Ebrei furono sempre il popolo ostinato della Scrittura, il popolo testardo, ribelle a qualsiasi imposizione, tenace, fedele con animo intrepido al proprio Dio e alla propria Legge.

La predicazione di Lutero fu vana ed il collerico monaco pubblicò contro gli ebrei un terribile libello. […] Nonostante queste violenze, nonostante questi movimenti, nonostante le numerose controversie che ebbero luogo tra protestanti ed Ebrei, questi ultimi in Germania non furono maltrattati. (p. 123)

Invito alla lettura

Il tema “protestantesimo” si ferma ovviamente al 1894: parecchio si potrebbe aggiungere in un eventuale aggiornamento che comprendesse l’attuale neoprotestantesimo dei telepredicatori filoisraeliani statunitensi.

Gli spunti qui riportati valgono come invito alla lettura dell’intero libro di Lazare, di cui l’aspetto trattato in queste righe è solo un frammento. Il testo rappresenta una acuta descrizione – sebbene in più punti caratterizzata da non condivisibili accenti anticristiani – della polarizzazione del rapporto “ebrei – non-ebrei” nel corso dei millenni. Scrivendo l’opera che lo rese celebre, Lazare, un giudeo “secolarizzato attratto dai movimenti anarchici e socialisti, sosteneva che la causa dell’antisemitismo non doveva essere ricercata tanto negli antisemiti, quanto piuttosto nella mentalità stessa degli ebrei”[5]. Va sicuramente riconosciuto al Centro Librario Sodalitium di Verrua Savoia il merito di averlo tradotto e diffuso in ambito italofono.

[1] Bernard Lazare, L’antisemitismo. Storia e Cause, Centro Librario Sodalitium, Verrua Savoia, 2000.

[2] Cfr: A. Giacobazzi, Lo smarrimento di David, Rinascita, 17-5-13, pp.12-15.

[3] Matteo 23, 13,

[4] Corrente di cristiani “giudaizzanti” dei primi secoli. Negavano la divinità di Gesù Cristo e contemporanemente rigettavano gli scritti di san Paolo, considerandolo alla stregua di un apostata.

[5] Dalla quarta di copertina del volume.

Commento personale

Possiamo iniziare ad aggiungere i primi tasselli a quella parte della nostra storia che si perde secoli addietro nelle nebbie, quella parte di storia che è a mala pena sussurrata tanto da risultare impercettibile ai più.
La storia lontana da epiche battaglie tra sovrani e tra nazioni, lontana da eventi epocali, lontana da personaggi celeberrimi, in sostanza è la storia lontana da occhi indiscreti.

Di notte, nei vicoli delle strade, in cantine sotto abitazioni quasi anonime, nelle "anticamere" consigliari reali, nelle università del Nord Europa, nei retrobottega dei banchi di cambio e deposito (le future banche) o perfino in luoghi isolati, qualcosa o qualcuno ponderava, si muoveva, attendeva il momento propizio.

E' la storia fatta di persone che quasi nessuno ha mai sentito nominare, persone che detenevano un tipo di potere che allora risultava sconosciuto: non era il potere della monarchia, della politica, degli eserciti, della religione ufficiale; grazie a questo potere LORO conquistavano senza combattere, controllavano senza farsi vedere, opprimevano senza farsi capire.

Potrei affermare che costoro in ciò furono precursori nella concezione di potere autentico dell'era contemporanea. Maledetti tutti voi seminatori di discordie, come lupi disperdete il gregge del Signore.

Per me è come un deja vu, è come se le mie peggiori timori fossero diventati reali, è come se sin da bambino lo avessi sempre saputo.


Riccardo Ing

mercoledì 5 giugno 2013

Il mio pensiero del giorno


"Gli Americani sono sempre andati in giro per il mondo in cerca di comunisti da combattere. Non si sono mai accorti di averli avuti da sempre in casa loro."


Riccardo Ing. sulle origini del materialismo USA