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martedì 11 marzo 2014

Il diritto di essere ancora di destra

Ma cosa dovrebbero fare quelli di destra, legarsi una pietra al collo e buttarsi a mare?

di Marcello Veneziani - Dom, 09/03/2014

Ma cosa dovrebbero fare quelli di destra, legarsi una pietra al collo e buttarsi a mare? Ingrillirsi, impadanirsi, irrenzirsi, neoberlusconizzarsi? Dovrebbero suicidarsi per seguire anche nella sventura il loro leader, muoia la destra con tutti i finistei?

Non voglio far polemiche né coi fratellini d'Italia né col fiuggi fiuggi dalla destra. E nemmeno mettermi a dire che così si fa il gioco di qualcuno; ormai i giochi sono finiti e l'età dei giochi pure. Mi limito a dire che la scelta è tra il nulla e chi invece pensa che sia meglio qualcosa piuttosto che il nulla. Meglio il nulla meno meno che il nulla e nulla più. Poi si può essere severi, e giustamente, sulle scelte e sulle stature, sugli errori commessi al potere e rivendicati pure oggi, sulla paura di scommettere tutto sul formare una nuova destra di domani.

Ma non si può chiedere a quelli di destra l'eutanasia collettiva per espiare, facendo sparire del tutto i temi della sovranità nazionale e della tradizione.

Su Fini mi limito a una diagnosi asettica del suo errore politico: dichiarò guerra nello stesso tempo alla sua destra in tutte le sue anime e a Berlusconi che l'aveva portato a Palazzo. Pensò di disfarsi della prima e sfasciare il secondo. Avrebbe potuto fare una delle due cose, ma mai aprire due fronti insieme.

Fu questa la sua presunzione, che bastasse lui, perché pensava che Berlusconi sarebbe finito e che lui, Fini, da solo valesse più della sua destra, di cui si riteneva prigioniero politico. Ma erano i suoi polmoni e non le sue catene.

Commento

Cari amici. Mi piacerebbe tanto che questo diritto potesse valere per quelle persone di sinistra che non ritengano, tanto per citare Costanzo Preve, che l'essere di sinistra significhi per forza di cose:

  • Essere antifascisti in assenza totale di fascismo
  • Essere a favore senza se e senza ma per i matrimoni gay, le adozioni gay, l'aborto
  • Essere per forza di cose femministi (mentalmente castrati)
  • Essere multiculturalisti e/o terzomondisti (senza porsi domande sulle cause prime dei problemi)
  • Essere anticristiani e al tempo stesso a favore di tutte le altre religioni
  • Essere o fare tante altre boiate o aberrazioni simili
Insomma per quelle persone che ancora non si sono riciclate come liberal-progressisti e che non sono diventati come quei marxisti, mercenari di quel gigantesco tritacarne che prende il nome di ultra-liberismo globalista.
Uno di essi oltre al già citato Costanzo Preve, è un mio coetaneo: il professor Diego Fusaro.

Ho la speranza, forse l'illusione, di credere che possano esistere ancora molte persone di sinistra che non rappresentino quel mondo, ma soprattutto spero che riprendano il coraggio di parlare nonostante il timore di subire l'ostracismo culturale da parte degli aderenti a questa intellighenzia di Sinistra da salotto, come già avvenuto per le persone sopracitate.
Siate coraggiosi! Non fatevi zittire!

Riccardo Ing

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