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giovedì 10 luglio 2014

Samurai, milizia di Dio: La questione giapponese



Tratto dall'articolo "La questione giapponese"

In pochi sono a conoscenza dei valorosi samurai cristiani che, sebbene non siano stati dichiarati santi, hanno profondamente segnato la storia del paese del sol levante – da notare: il 24 novembre del 2008 la Chiesa Cattolica ha riconosciuto come martiri e beati 188 di questi guerrieri.

Può sembrare strano il considerare questi samurai – i quali spesso inondando la nostra televisione e schermi cinematografici – come modelli di vita cristiana, eppure non ebbero nulla da invidiare ai più rinomati santi occidentali.
L’evento cruciale è da rintracciarsi a cavallo tra il 1500 ed il 1600: dopo decenni di numerose conversioni dovute all'incessante lavoro dei missionari, il “signore della guerra” Toyotomi Hideyoshi (1536-1598), divenuto imperatore del Giappone, decise di punire con la morte qualsiasi persona che avesse voluto abbracciare la nuova fede.
Il suo successore, Tokugawa Ieyasu (1543 – 1616) si dimostrò ugualmente contrario ad ogni devozione cristiana.


Uno dei martiri dell’epoca fu Zaisho Shichiemon (XVII secolo): accettò il battesimo, nonostante l’espresso divieto del suo maestro. Quando quest’ultimo gli ricordò che tale sfida poteva essere punita con la morte, egli rispose: “Lo so, ma ho capito che la salvezza sta nella dottrina di Gesù, e nessuno mi può separare da Lui“.
Quattro mesi più tardi gli fu nuovamente ordinato di rinunciare alla sua fede. Zaisho rispose: “Vorrei obbedire a qualsiasi altra disposizione, ma non posso accettare un ordine che si opponga alla mia salvezza eterna“. Fu giustiziato poco dopo nella strada adiacente l’ingresso della sua casa.
Uguale sorte toccò a Yukinaga Konishi (1555 – 1600), il quale fu decapitato in quanto cristiano e per essersi rifiutato di morire secondo la tradizione locale ovvero tramite suicidio, il seppuku (切腹).

Alcuni fedeli furono costretti a lasciare il suolo nipponico: tra di essi vi era il coraggioso Dom Justo Takayama (1552 – 1615) il quale aveva apertamente sfidato l’editto di Hideyoshi, perdendo di conseguenza tutti i suoi averi. Riuscì ad evitare la pena capitale grazie alla rispettabilità che godeva tra i nobili del tempo, tuttavia fu espulso nel 1614 dal nuovo sovrano Tokugawa Ieyasu. Il processo per la canonizzazione di Takayama è tutt’ora in corso, ma si crede che l’elevazione a santo possa avvenire già nel 2015.
Le persecuzioni contro i cristiani furono sempre più aspre: l’esercito imperiale non esitava ad utilizzare persino Miyamoto Musashi, considerato il più grande spadaccino della storia, al fine d’uccidere alcuni semplici contadini.
L’escalation delle violenze ebbe il suo culmine nel 1637 con la rivolta di Shimabara, dove 25,000 uomini di fede cristiana guidati dal rōnin di appena 16 anni Amakusa Shirō Tokisada (1621 – 1638) fronteggiarono 125,000 soldati dello shogunato: 37,000 persone tra ribelli e simpatizzanti vennero decapitati dopo un’eroica resistenza e le leggi contro il Cristianesimo divennero ancor più crudeli.
Solo nel 1850, a seguito dell’apertura del paese al mondo occidentale, i cristiani poterono ricominciare a professare la propria fede pubblicamente.


Commento 

Cari amici. Forse a causa di un certo pacifismo, tutt'altro che cristiano, imperante anche nella Chiesa si tende a stigmatizzare ogni qual forma di tradizione militare incluse quelle che abbiano legami con la cristianità quasi fossero residui ancestrali legati ad un passato di cui costantemente noi cattolici dobbiamo costantemente fare mea culpa, con gioia infinita degli esponenti della cultura laicista anticattolica come Eugenio Scalfari e Corrado Augias.

Tutto coerente mi verrebbe da pensare. Quando gli oppressi, inutile negare che oggi siamo noi cristiani, quale sistema migliore di delegittimarli e di zittirli se non quello accusarli di essere violenti, magari ricordando a loro e a tutti le crociate, ingiuste non in quanto alle ragioni ma in quanto alla loro natura di "guerre"?

E' davvero un sistema efficace ed efficiente! Sì inventa una pseudo dottrina di non violenza prendendo qua è là passi delle sacre scritture, mescolando con essi concetti progressisti di pacifismo e infine gli si appiccica il marchio "Cattolico" e la si sventola davanti ai Cattolici che non accettano certe cose (tra cui rinunciare alla testimonianza) dicendo loro: "Voi siete cattolici, sta scritto che dovete solo subire!"..... Magari le stesse persone il giorno dopo, come sta avvenendo in questi giorni (Vedi qui) approvano (quando non si voltano dall'altra parte per non vedere) i bombardamenti Israeliani contro i palestinesi gente quasi inerme che non ha ne una marina militare, ne aviazione ne tanto meno un valido esercito che possa dirsi tale.

Eppure «Se non c’è battaglia non c’è cristianesimo» così si espresse il nostro Papa emerito Benedetto XVI.

Badate non divengano, questo articolo e il mio commento, degli elogi alla violenza!
Auspico invece che diventi motivo di orgoglio per quanti come me amano la propria storia e magari praticano qualche disciplina marziale proveniente da quel lontano paese che è il Giappone!

"Non crediate che io sia venuto a portare pace sulla terra: sono venuto a portare non pace, ma spada!" (Matteo 10,34)
Egli ci da la pace, la vera pace, non come la dà il Mondo lui la dà a noi ma come la dà Dio
E' proprio vero che come scrisse Soloviev: L'Anticristo un sarà 'convinto spiritualista', un ammirevole filantropo, un pacifista impegnato e solerte, un vegetariano osservante, un animalista determinato e attivo”.

Riccardo Ing


PS:

In merito alle vicende dei cattolici e in particolare ai samurai Cattolici esistono storie e racconti che pochissimi conoscono ed essi riguardano i mandanti e gli artefici delle carneficine che martirizzarono questi guerrieri.
Essi, i mandanti, gli assassini, a differenza della popolazione non hanno mai accettato questi gaijin, la loro religione predicata e il semplice fatto che molti giapponesi, tra cui diversi samurai, per molte affinità e punti di contatto con il bushido potessero farla propria, scalzando il vecchio credo e alcune pratiche "nascoste" ad esso correlate.

Loro sono chiamati anche gli ashura, i DEMONI. Sono definiti così poiché affrontare uno solo di loro non è come affrontare un semplice essere umano.
Non sono essere umani poiché sono come demoni che colpiscono dalle tenebre.

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