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sabato 30 novembre 2013

«L’eutanasia per i bambini accelera solo l’auto-genocidio dell’Europa. E non è un diritto: è la fine del diritto»

Novembre 29, 2013 Leone Grotti

Intervista al cardinale Sgreccia, ex presidente della Pontificia accademia per la vita, sulla legge in via di approvazione in Belgio. «La dolce morte serve ad alleviare non le sofferenze di chi sta male, ma il peso di chi sta bene»

L’Europa ha intrapreso il cammino dell’auto-genocidio. Quello che è successo segnala un calo drastico di umanità, un abbassamento del livello di civiltà». Il cardinale Elio Sgreccia, ex presidente della Pontificia accademia per la vita, si riferisce alla decisione presa dalla Commissione del Senato belga che ha autorizzato l’estensione dell’eutanasia ai bambini. La legge per essere approvata dovrà ottenere il via libera dalle due Camere ma come dichiara Sgreccia a tempi.it questo primo voto «è un salto di inaudita gravità che disumanizza il rapporto tra adulti e bambini e legalizza un grave delitto contro la vita umana».

Eminenza, chi appoggia la legge in Belgio dice di farlo in nome della «dignità dei malati».
L’eutanasia è un grave crimine contro la vita umana. Quella della dignità è solo una scusa: nessuno è padrone della sua vita, che non ci diamo da soli.

L’uomo non ha diritto di essere autonomo fino alla fine?
È giusto invocare il principio di autonomia quando parliamo in generale delle nostre azioni, di cui siamo sempre responsabili, ma noi non siamo autonomi rispetto alla vita, perché non ce la diamo noi. Con l’eutanasia si offende il diritto alla vita e si offende anche la società, che permettendola perde il controllo di se stessa e autorizza un delitto grave. E se parliamo di bambini, il delitto è gravissimo.

Secondo la nuova legge, è il bambino a dover chiedere l’eutanasia e uno psicologo deve valutare la sua capacità di comprendere quello che sta facendo.
I bambini non sono in grado di giudicare o decidere. Il bambino è sempre stato una categoria protetta, infatti non può prendersi la responsabilità di sottoscrivere contratti, di votare né di assumere un servizio come quello militare. La legge poi non fissa limiti di età, quindi il bambino può essere ucciso anche a due anni o quando è ancora neonato. L’idea dello psicologo, poi, è solo un trucco.

Perché?
Se uno vede un soggetto che si sta gettando da un ponte per suicidarsi, cosa fa, va a chiamare lo psicologo perché si accerti se l’aspirante suicida è in grado di decidere o meno? La decisione di uccidere è sempre ingiusta e il diritto alla vita vale di più di un esame psicologico. Lo psicologo è un trucco usato per dare una parvenza di legalità a una legge che distrugge la dignità e la libertà del bambino. Perché, diciamolo, l’aiuto a morire non è affatto un aiuto.

Ma se un bambino dà il suo consenso?
Ma di quale consenso stiamo parlando? Anche se dice di volerlo, magari sta solo passando una crisi di scoraggiamento. Il consenso è solo un pretesto e non era mai successo che aggrappandosi a questo si permettesse di anticipare la morte. Un tredicenne, un adolescente, potrebbe chiedere l’eutanasia solo perché attraversa una crisi, magari dopo una bocciatura o un forte dispiacere. La verità è che il bambino quando soffre deve essere aiutato e curato, non ucciso.

La legge belga autorizza l’eutanasia anche per i pazienti dementi, come in Olanda.
Anche qui si dimostra che il consenso è una scusa, perché la volontà dei malati mentali è ritenuta non valida da sempre. Infatti non possono firmare contratti. Ma c’è di più, perché il Belgio supera anche l’Olanda non fissando limiti di età per l’eutanasia dei bambini. Siamo davanti a un salto di inaudita gravità che disumanizza il rapporto tra le persone. È davvero arrivato il momento per l’Europa di chiedersi che cosa vuole fare dei suoi figli.

Perché?
Già ne nascono sempre di meno: siamo sotto il livello di ricambio tra morti e nati, ormai, per cui si può dire che l’Europa ha intrapreso un cammino di auto-distruzione, auto-genocidio. La sua popolazione infatti va estinguendosi. Se poi, a questi pochi che nascono, si toglie anche la percentuale dei sofferenti che possono essere uccisi, si accelera il processo di distruzione, di abuso del diritto della vita e di crudeltà. Così diventiamo disumani.

Perché un bambino possa ottenere l’eutanasia, però, serve il consenso dei genitori.
Ma di cosa stiamo parlando? I genitori non hanno la potestà neanche di fare delle operazioni sui minori, che non siano necessarie per il loro bene, figuriamoci di autorizzarne la morte. Questa legge non è gravissima solo dal punto di vista giuridico, ma anche da quello morale e umano perché la vita è sacra.

Chi non è religioso, però, non riconosce la sacralità della vita.
Non sono solo le religioni ad opporsi a questa legge perché considerano la vita un dono di Dio, è un problema di rispetto dell’uomo che tutti possono riconoscere.

Eppure da quando l’eutanasia è stata legalizzata in Belgio nel 2002, i casi sono quintuplicati.
Se cresce il numero dei casi è perché si allargano le eccezioni e il rigore delle condizioni iniziali viene meno. È la legge del piano inclinato: quando si fa uno strappo alla legge, è destinato ad allargarsi sempre di più.

Non può essere un atto di umanità alleviare le sofferenze di chi sta male?
No, perché con l’eutanasia si allevia solo il peso di chi sta bene. Diamo alle cose il loro nome: questo è utilitarismo, perché si toglie di mezzo il malato, è la cultura dello scarto di cui parla papa Francesco. Una persona è malata, mi pesa, è scomoda, non produce e quindi la butto. Chi sta bene per aiutare i sofferenti deve sacrificarsi, se uno non vuole sacrifici e non vuole soffrire deve eliminare il prossimo che gli sta vicino. Ma una persona così protegge solo se stesso finché ha piena validità e salute, perché poi finisce per buttare via anche la propria vita: eutanasia e suicidio assistito, infatti, vanno insieme. Dovremmo allarmarci tutti davanti a queste cose perché una legge del genere segnala un calo di umanità, di rispetto della vita umana, un abbassamento del livello di civiltà.

Da dove nasce questo calo di umanità?
La cultura della morte nasce dal fatto che si vuole la vita solo quando è perfetta e capace di produrre denaro o vantaggi. È il principio del piacere che diventa principio di morte: quando la vita non ti dà più soddisfazione, non è più apprezzabile o degna. In ultima analisi, però, è il calo della fiducia nella vita ultraterrena, la mancanza di fede nella vita eterna, in Dio e nell'immortalità a portare al deprezzamento dell’uomo. Come dice il Concilio vaticano II, quando viene meno la fiducia in Dio anche l’uomo svanisce. La vita va verso la pienezza e merita di essere vissuta perché ha un valore eterno. La morte va accettata quando è naturale, quando la fisicità non regge più e per questo non bisogna neanche praticare l’accanimento terapeutico.

Diversi studi dimostrano oltretutto che la legge sull'eutanasia in Belgio è continuamente abusata.
La legge è già un abuso in sé, chi si stupisce se poi se ne aggiungono altri? È tutto un abuso perché, lo ripeto, la vita non ci appartiene.

Non ha ragione chi dice che l’uomo ha diritto di morire?
No, l’eutanasia non è né un diritto né una libertà ma è la fine del diritto e della libertà.


Commento

Buongiorno a voi.
E' davvero così che deve finire? Una civiltà, la nostra, quella europea che si sente vecchia e stanca o che viene resa tale da qualcuno e che di conseguenza nel proprio inconsciamente ritiene giusto avviarsi in silenzio verso l'estinzione?

  • Non facciamo figli.
  • Quelli che facciamo gli abortiamo.

Ora come se non bastasse questi fantastici legislatori con il solito codazzo di psicanalisti fa il lavaggio del cervello alle persone per farci sembrare cosa giusta l'uccidere i neonati......
Il Santo Padre parlava la settimana scorsa di sacrifici umani che arrivano a causa del progressismo tollerante.
Eccoli qua i sacrifici umani: i bambini ritenuti inutili sacrificati sull'altare di questa nuova religione civile che, pur mancando della ritualità delle religioni pagane, impone al popolo la necessità di uccidere i propri figli per il proprio Pantheon:

  • Il prometeico Dio progresso
  • La Dea Tolleranza

Come ha giustamente detto il Cardinal Sgreccia è tempo che l'Europa si svegli e cacci via tutti questi "sapienti" depositari di questa falsa scienza progressista, altrimenti, a causa del multiculturalismo alimentato dai medesimi:

Il piano Kalergi, purtroppo, proseguirà indisturbato.

Riccardo Ing.














































mercoledì 27 novembre 2013

NON CI SALVEREMO PIU' DALLA BOLLA SPECULATIVA

DI MASSIMO FINI
ilfattoquotidiano.it

Tradizionalmente le funzioni del denaro sono quattro:

1) Misura del valore,
2) Intermediario nello scambio,
3) Mezzo di pagamento,
4) Deposito di ricchezza.

Poco da dire sulle prime tre. Ma togliamoci dalla testa che il denaro sia ricchezza o che la rappresenti. Preso nel suo complesso il denaro non è nulla, un puro nulla. Se ne accorsero gli spagnoli agli albori del XVII secolo quando, dopo aver rapinato agli indios d'America tutto quanto potevano d’oro e argento (la moneta dei tempi, in Europa) si trovarono più poveri di prima. Nel suo Memorial Gonzalez de Cellorigo scrive con icastica lucidità: “Se la Spagna è povera è perché è ricca”.

E Pedro De Valencia nel 1608: “Il male è venuto dall'abbondanza di oro, argento e moneta, che è stato sempre il veleno distruttore delle città e delle repubbliche.

Si pensa che il denaro è quello che assicura la sussistenza e non è così. Le terre lavorate di generazione in generazione, le greggi, la pesca, ecco quello che garantisce la sussistenza...

Ciascuno dovrebbe coltivare la sua porzione di terra e quelli che vivono oggi della rendita e del denaro sono gente inutile e oziosa che mangia quello che gli altri seminano”.

Ecco un buon argomento per la Camusso e anche per la sinistra se, dopo aver accettato tutto, il denaro, il mercato, la globalizzazione (l’industrializzazione, il marcio di tutti i marci, ce l’aveva, marxianamente, nel sangue) fosse ancora capace di fare qualcosa di sinistra.

Come hanno reagito le leadership mondiali alla crisi dei ‘subprime’ del 2008, che seguiva la bancarotta del Messico del 1996, il crac delle ‘piccole tigri’ del 1997, il default dell’Argentina del 1999 ? Immettendo nel sistema, per usare le parole di Valencia, altro veleno, cioè altro denaro, creando così una gigantesca bolla speculativa che prima o poi ci ricadrà addosso con effetti planetari e devastanti.

Il popolo finché ha avuto la testa, cioè prima di essere influenzato dai giornali, ha sempre avuto in gran sospetto il denaro subodorando nei truffoni. Ma non solo il popolo. Aristotele, che nell'Etica Nicomachea è stato il primo a occuparsi scientificamente di Economia e sosteneva che il denaro essendo astratto, e quindi, sterile Non poteva figliare altro denaro.

Si sbagliava. Ma fino a un certo punto. È stato anche grazie all’ipse dixit tradotto dalla Scolastica in un argomento più sottile oltre che religioso (il tempo è di Dio, e quindi di tutti, e non può essere perciò oggetto di mercato) che la Chiesa nel Medioevo è riuscita a condurre una generosa, e spesso vittoriosa, battaglia non solo contro l’usura, come pudicamente sempre si dice, ma contro l’interesse.

Ma alla fine ha prevalso il mercante (oggi chiamato imprenditore) con la logica dell'investimento. È qui che cambia tutto. Al quieto e circolare presente si sostituisce il dinamico e imperscrutabile futuro che dopo una travolgente cavalcata durata due secoli e mezzo ci ha portati alla situazione attuale, un teorema insolubile: dobbiamo crescere ma non possiamo più crescere. L’Illuminismo ci ha illuso di essere degli animali intelligenti. Ma Nietzsche, che vedeva lontano, molto lontano, scrive: “In un angolo remoto dell’universo scintillante e diffuso attraverso infiniti sistemi solari c’era una volta un astro, su cui animali intelligenti scoprirono la conoscenza. Fu il minuto più tracotante e menzognero della ‘storia del mondo’. Ma tutto ciò durò soltanto un minuto. Dopo pochi respiri della natura, la stella si irrigidì e gli ‘animali intelligenti’ dovettero morire... Vi furono eternità in cui l’intelletto umano non esisteva, quando per lui tutto sarà nuovamente finito, non sarà avvenuto nulla di notevole”.

Massimo Fini
Fonte: www.ilfattoquotidiano.it
23.11.2013

Commento

Cari amici. Leggendo quest'articolo di M. Fini mi tornano in mente le parole del defunto Prof. Giacinto Auriti (Che Dio l'abbia in gloria!): "La Rivoluzione Francese non ci ha dato la democrazia moderna, ci ha soltanto dato il moderno sistema finanziario". Il medesimo sistema che ormai anche in modo palese toglie alla politica sempre più leve decisionali e lo trasferisce a se stesso in cambio di nulla (sarebbe grave anche se in cambio desse qualcosa al popolo, ma l'esproprio gratuito rende la cosa ancor più odiosa).
Non essendo rimasto altro potere materiale nella nostra civiltà che questo allora non possiamo che pensare che ci troviamo prossimi agli ultimi tempi.
Preghiamo cari amici! Preghiamo affinché i tempi ancor più duri che presto verranno siano brevi!
Ai malvagi e a noi che ci odiano sarà dato il giusto a seconda delle intenzioni di ognuno. Per quanto potenti essi siano e per quanto si sforzino con tutto il sapere di questo mondo, nessuno sfugge al giudizio.

Riccardo Ing.

venerdì 22 novembre 2013

IL DISCORSO DI UN PRESIDENTE

"Signore e Signori. La stessa parola " segretezza " è ripugnante in una società libera e aperta , ... , E noi siamo come popolo intrinsecamente e storicamente contrari alle società segrete, ai giuramenti segreti e procedimenti segreti:
Abbiamo deciso molto tempo fa che i pericoli di un eccessivo e ingiustificato occultamento di fatti pertinenti di gran lunga superato i pericoli che vengono citati per giustificarla.
Ancora oggi, c'è poco valore nel contrastare la minaccia di una società chiusa imitandone le restrizioni arbitrarie.
Ancora oggi, c'è poco valore nell'assicurare la sopravvivenza della nostra nazione se il nostro tradizioni non sopravvivono con essa.
E c'è un grave pericolo che nell'annunciata necessità di una maggiore sicurezza sarà sequestrato da quelli ansiosi di espandere il suo significato ai limiti della censura ufficiale e occultamento.
Questo è ciò che non intendo consentire nella misura che è in mio controllo.
E nessun ufficiale della mia Amministrazione, se il suo rango è alto o basso, civile o militare, dovrebbe interpretare le mie parole qui, stasera come una scusa per censurare la notizia, per soffocare il dissenso, per coprire i nostri errori o di trattenere dalla stampa e al pubblico i fatti che meritano di sapere. "

"Noi siamo ostacolati in tutto il mondo da una cospirazione monolitica e spietata


che si basa su mezzi segreti per espandere la propria sfera di influenza

  • sulla infiltrazione al posto di invasione, 
  • sulla sovversione anziché elezioni,
  • sull'intimidazione invece di libera scelta, 
  • sulla guerriglia di notte invece di eserciti di giorno. 

Si tratta di un sistema che ha arruolato vasto risorse umane e materiali nella costruzione di una stretta maglia, macchina altamente efficiente che combina operazioni:

  • militari, 

  • diplomatiche

  • di intelligence, 

  • economiche, 

  • scientifiche, 
  • e politiche,

Le sue preparazioni sono nascoste, non pubblicate. 
I suoi errori sono sepolti, non sottolineati.
I suoi dissidenti vengono messi a tacere, non lodati.
Nessuna spesa è messo in discussione, nessuna voce viene stampato, non è un segreto viene rivelato. "

"Nessun presidente dovrebbe temere analisi pubbliche del suo programma perché da quel controllo viene comprensione. Perché da quella comprensione deriva sostegno o opposizione ed entrambi sono necessari non chiedo i vostri giornali per sostenere l'Amministrazione , ma mi sto chiedendo il vostro aiuto . . il tremendo compito di informare e allertare il popolo americano . Perché io ho piena fiducia nella risposta e la dedizione dei nostri cittadini ogni volta che sono pienamente informati .

Io non solo non riuscivo a soffocare la polemica tra i tuoi lettori - Di ciò me ne rallegro.
Questa Amministrazione intende essere sincera sui suoi errori, per quanto una volta un uomo saggio ha detto: "Un errore non diventa un errore fino a quando ti rifiuti di correggerlo". Abbiamo intenzione di accettare la piena responsabilità dei nostri errori, e ci aspettiamo che voi li sottolineerete quando li manchiamo.

Senza dibattito, senza critica, nessuna Amministrazione e nessun paese può avere successo - e nessuna repubblica può sopravvivere. Ecco perché il legislatore ateniese Solone decretò era un crimine per ogni cittadino il sottrarsi dal dibattito. Ed è per questo che la nostra stampa era protetta dal Primo (enfatizzato) Emendamento - l'unica attività in America specificamente protetta dalla Costituzione - non principalmente per divertire e intrattenere, non per sottolineare il banale e il sentimentale, non semplicemente il "dare la pubblico ciò che vuole" - ma per informare, suscitare, per riflettere, per affermare i nostri pericoli e le nostre opportunità, per indicare le nostre crisi e le nostre scelte, per guidare, plasmare educare e talvolta anche la rabbia dell'opinione pubblica .

Questo significa una maggiore copertura e l'analisi delle notizie internazionali - perché non è più lontano e straniero, ma a portata di mano e locale . Significa una maggiore attenzione a una migliore comprensione della notizia così come una migliorata trasmissione. E significa, infine, che il governo a tutti i livelli deve soddisfare l'obbligo di fornire le informazioni più possibile al di fuori dei più stretti limiti della sicurezza nazionale ...

"E così è per la stampa - il registro delle gesta di un uomo, il custode della sua coscienza, il corriere della sua notizia - questo cerchiamo con forza e assistenza, certi che con il vostro aiuto l'uomo sarà ciò che era nato per essere:. libero e indipendente "

John Fitzgerald Kennedy
(Brookline, 29 maggio 1917 – Dallas, 22 novembre 1963)

L'unico presidente cattolico degli Stati Uniti, l'ultimo presidente ad essere amato veramente dalla gente comune

Riposa in pace Mr. President.

Riccardo Ing.


giovedì 21 novembre 2013

Il Papa: col progressismo arrivano i sacrifici umani

di Massimo Introvigne
19-11-2013

Di solito La nuova Bussola Quotidiana non commenta le omelie di Papa Francesco a Santa Marta,
non perché un'omelia pontificia non sia Magistero - lo è -, ma perché non ne sono diffusi testi ufficiali ma solo riassunti giornalistici. Ogni regola però ha le sue eccezioni, e l'omelia del 18 novembre - di cui traiamo citazioni da Radio Vaticana - è così significativa che merita di non essere ignorata. Si tratta di una fortissima denuncia, nel solco di Benedetto XVI, di un «progressismo» che «negozia» la fedeltà al Signore, cede a diabolici «padroni del mondo» e finisce per appoggiare «leggi che proteggono sacrifici umani».

Il Pontefice parla spesso della mondanità spirituale - che non è l'amore del lusso (quella è la mondanità materiale) ma il compiere opere buone per mero umanitarismo e non per amore di Dio - e nell'omelia è tornato sulla «radice perversa» di questa mondanità. La lettura del giorno, tratta dal Primo Libro dei Maccabei, ci mostra «uomini perversi» che vogliono spingere Israele ad allearsi con i potenti del tempo, anche se sono nemici di Dio. Il discorso di questi perversi, ha detto il Papa, si può riassumere così: «Siamo progressisti, andiamo con il progresso dove va tutta la gente».

Questo «spirito del progressismo adolescente» che si adatta ai poteri forti dominanti e «crede che andare avanti in qualsiasi scelta è meglio che rimanere nelle abitudini della fedeltà» è la radice della perversità. Ed esiste ancora oggi. Il progressista «negozia» «la fedeltà al Dio sempre fedele», e questo negoziare la fedeltà al Signore, si chiama «apostasia» e «adulterio».

Con riferimento più che implicito a quanti criticavano il predecessore Benedetto XVI per l'espressione «valori non negoziabili», Papa Francesco ha detto che allontanandosi dai precetti del Signore per conformarsi ai poteri dominanti questi progressisti, a ben guardare, «non negoziano i valori ma negoziano la fedeltà. E questo è proprio il frutto del demonio, del principe di questo mondo, che ci porta avanti con lo spirito di mondanità».

Come va a finire? La lettura biblica ce lo mostra: «accadono le conseguenze. Hanno preso le abitudini dei pagani, poi un passo avanti: il re prescrisse in tutto il suo regno che tutti formassero un solo popolo e ciascuno abbandonasse le proprie usanze. Non è la bella globalizzazione dell’unità di tutte le Nazioni, ma, ognuna con le proprie usanze ma unite, ma è la globalizzazione dell’uniformità egemonica, è proprio il pensiero unico. E questo pensiero unico è frutto della mondanità». È quello che oggi si chiama il nuovo ordine mondiale, che però la Bibbia chiama «abominio di devastazione» e adorazione di idoli imposti dai più forti.

«Questo succede anche oggi?» si è chiesto il Pontefice. E ha risposto: «Sì. Perché lo spirito della mondanità anche oggi c’è, anche oggi ci porta con questa voglia di essere progressisti sul pensiero unico». Nel brano del Primo Libro dei Maccabei si legge che «se presso qualcuno veniva trovato il Libro dell’Alleanza e se qualcuno obbediva alla Legge, la sentenza del re lo condannava a morte», perché il re si era venduto ai nemici di Dio. «E questo - afferma il Papa - l’abbiamo letto sui giornali, in questi mesi. Questa gente ha negoziato la fedeltà al suo Signore; questa gente, mossa dallo spirito del mondo, ha negoziato la propria identità, ha negoziato l’appartenenza ad un popolo, un popolo che Dio ama tanto, che Dio vuole come popolo suo». Anche oggi i cristiani rischiano la prigione o peggio se si rifiutano di negoziare la loro identità.

Il Pontefice ha citato un romanzo - non proprio progressista - del pastore anglicano, figlio dell'Arcivescovo di Canterbury, convertito al cattolicesimo e divenuto sacerdote cattolico Robert Hugh Benson (1871-1914),«Il padrone del mondo», che fustiga precisamente i cristiani progressisti che cedono ai poteri forti e svendono la loro fede. Il romanzo, ha detto Francesco, denuncia giustamente «quello spirito di mondanità che ci porta all'apostasia», uno spirito che minaccia la Chiesa ancora oggi. Infatti, ci sono ancora nella Chiesa - e sono tanti - coloro che pensano che «dobbiamo essere come tutti, dobbiamo essere più normali, come fanno tutti, con questo progressismo adolescente». Poi purtroppo «segue la storia»: la Bibbia mostra «le condanne a morte, i sacrifici umani». Sbaglia chi pensa che siano cose di un passato remoto, «Ma voi – ha chiesto il Papa – pensate che oggi non si facciano, i sacrifici umani? Se ne fanno tanti, tanti! E ci sono delle leggi che li proteggono». Ogni riferimento all'aborto e al l'eutanasia non è casuale.

«Ma quello che ci consola - ha concluso il Papa - è che davanti a questo cammino che fa lo spirito del mondo, il principe di questo mondo, il cammino di infedeltà, sempre rimane il Signore che non può rinnegare se stesso, il Fedele: Lui sempre ci aspetta, Lui ci ama tanto e Lui ci perdona quando noi, pentiti per qualche passo, per qualche piccolo passo in questo spirito di mondanità, andiamo da Lui, il Dio fedele davanti al Suo popolo che non è fedele. Con lo spirito di figli della Chiesa preghiamo il Signore perché con la Sua bontà, con la Sua fedeltà ci salvi da questo spirito mondano che negozia tutto; che ci protegga e ci faccia andare avanti, come ha fatto andare avanti il suo popolo nel deserto, portandolo per mano, come un papà porta il suo bambino. Alla mano del Signore andremo sicuri».

Fonte:
http://www.lanuovabq.it/it/articoli-il-papacol-progressismo-arrivanoi-sacrifici-umani-7764.htm

Commento

Cari amici. Si dice spesso che "Il Diavolo fa le pentole ma non i coperchi!", sarebbe meglio dire che "il Diavolo fa ottime pentole ma pessimi coperchi!": non sempre le persone (anche cattoliche e praticanti) di questi tempi riescono a riconoscere il male anche quando ce l'hanno davanti. Per questo motivo ritengo che il Santo Padre, essendosi finalmente e un po' tardivamente (ritengo per eccesso di ottimismo e buona fede), accorto sia della confusione generale dei cattolici nei confronti di certe ideologie del MONDO sia del fatto che le sue dichiarazioni volte al perdono e alla misericordia sono state sin da subito manipolate dai media (che quasi sempre fanno riferimento a poteri storicamente ostili alla Chiesa), abbia iniziato a mettere i puntini sulle "i" ribadendo:

  • La innegoziabilità della dottrina della Chiesa. 
  • L'inconciliabilità tra dottrina della Chiesa e pensiero liberale, diversamente da quanto ha affermato Giorgio Napolitano nell'incontro avvenuto il 15-Novembre scorso.
Commentai sul blog settimana scorsa l'articolo di Antonio Scorsato sulla Cambogia e i turisti progressisti occidentali dicendo che i liberali, a furia di costringere noi cattolici a tollerare ogni cosa, ci obbligheranno a tollerare anche la schiavitù legalizzata...... Cari amici, in questa occasione Papa Francesco I, in maniera del tutto eccezionale è stato molto più pessimista di me dicendo che ci faranno tollerare il sacrificio umano come nel mondo antico, quel MONDO che era stato vinto da Gesù Cristo nostro Signore, ma che, seppur battuto ha sempre tentato di tornare a imperare in modo manifesto.

Riccardo Ing

lunedì 18 novembre 2013

Vangelo Lc 6,43-48

In quel tempo. Il Signore Gesù disse ai suoi discepoli: "Non vi è albero buono che produca frutto cattivo, ne vi è d'altronde albero cattivo che produca un frutto buono. Ogni albero infatti si riconosce dal suo frutto: non si raccolgono fichi dagli spini, ne si vendemmia uva da un rovo. L'uomo buono dal buon tesoro del suo cuore trae fuori il bene; l'uomo cattivo dal suo cattivo tesoro tira fuori il male: la sua bocca esprime ciò che dal cuore sovrabbonda. Perché mi invocate: "Signore, Signore!" e non fate quello che dico? Chiunque viene a me e ascolta le mie parole e le mette in pratica, vi mostrerò a chi è simile: è simile all'uomo che, costruendo una casa, ha scavato molto profondo e ha posto le fondamenta sulla roccia. Venuta la piena, il fiume investì quella casa, ma non riuscì a smuoverla perché era costruita bene".

Commento da laico

Cari amici. Nostro Signore ci chiama tutti alla salvezza ma al tempo stesso, essendo lui verità, conferma la presenza del male e di uomini malvagi nel mondo, uomini che presentandosi a loro volta come salvatori:
"Gesù rispose: «Guardate che nessuno vi inganni; molti verranno nel mio nome, dicendo: Io sono il Cristo, e trarranno molti in inganno." Matteo 24, 3-4; diffonderanno false dottrine.
Ahi noi cari amici! Quanti in 2000 anni sono venuti per creare divisione non solo tra i cristiani ma tra l'umanità e Dio!!! Quanti, soprattutto nella modernità hanno cercato di scristianizzare il mondo con metodi diversi!!

Un pensiero tra tutti:
L'illuminismo che a sua volta ha generato:
    • Liberismo
    • Comunismo
Metodi intrinsecamente perversi come lì definì Papa Pio XII nel 1937 con l'enciclica Divini Redemptoris.
Codesti sono i frutti cattivi di cui il Signore Gesù ci parla e, per usare la medesima metafora, tali frutti vengono da alberi cattivi:
- Naturalismo ebraico

- Massoneria

Due parole che indicano il medesimo soggetto che mai rinuncerà a gridare il proprio satanico odio contro Dio.
Da essi sono soltanto usciti frutti cattivi e tanti uomini mangiarono tali frutti: dolci e appetibili ma pur sempre tossici per l'anima.
Da essi non potranno che uscire anche in futuro frutti cattivi.

"Perché mi invocate: "Signore, Signore!" e non fate quello che dico?"
Quindi, perché ascoltare ancora chi disprezza Dio e perché molti di noi si ostinano a cercare compromessi tra Dio e chi lo odia?



Riccardo Ing

sabato 16 novembre 2013

Mettiamo una croce sugli eurocretini

Purtroppo il catechismo dei cretini fa strage anche in Italia. Ma che razza di società stanno costruendo?

Marcello Veneziani - Ven, 15/11/2013

Kristin Saellmann è una brava giornalista televisiva norvegese. Ha però un difetto grave, lungo un centimetro e mezzo: una piccola croce appesa al collo. Imperdonabile provocazione nei confronti degli islamici e dei non credenti. Via dal video, non la minicroce ma la sua portatrice, sospesa dalla tv pubblica, la Siv. «Non garantisce l'imparzialità del canale», «gli anchor devono vestire in modo neutrale». Vieteranno anche simboli femministi, orecchini gay, modi trans e altri ammennicoli che indicano una preferenza? Se volete un anchor neutrale metteteci il bimby, il robot, la pupa meccanica a condurre i tg. Le persone hanno un volto, un'anima, una storia, un nome... A proposito, perché non la processate per direttissima avendo un nome fazioso come Cristina? Sai che irritazione tra gli islamici appena leggono il suo nome in sovrimpressione, Kristin, che offesa ai non cristiani...

Purtroppo il catechismo dei cretini fa strage anche in Italia: come sapete, al Liceo Mamiani di Roma, come in molte altre scuole, si cancella la figura del padre e della madre sostituendola con genitore 1 e 2 (ma chi è l'1 e chi il 2, non si discrimina?). Anche qui per non ferire qualcuno, i figli di separati. Ma che razza di società stanno costruendo con questa demenza progressiva, fondata sul nascondere? Nascondi la tua fede, la tua appartenenza, la tua civiltà, nascondi il tuo stato civile, nascondi il padre e la madre. E questo sarebbe il catechismo della società civile ed emancipata? Cristo, salvaci dagli eurocretini.

Fonte:
http://www.ilgiornale.it/news/interni/967529.html


giovedì 14 novembre 2013

IL VOSTRO PARLARE SIA "SI SI, NO NO"


Come deve essere il linguaggio dei ministri di Dio e soprattutto quello del Suo Vicario in terra? Chiaro, nitido ma essenzialmente veritiero e non elusivo. Se infatti mai la Chiesa può insegnare il falso come ampiamente dimostrato:  http://radiospada.org/2013/10/la-chiesa-e-il-papa-o-insegnano-il-vero-o-non-sono/ , rimane da chiedersi come facciano ancora in troppi a considerare legittimi pastori degli autentici venditori di fumo.

La Repubblica in data 11 Settembre 2013: “Al quesito se sia peccato credere che non esiste alcun assoluto, il papa risponde così: ''Io non parlerei, nemmeno per chi crede, di verità 'assoluta', nel senso che assoluto è ciò che è slegato, ciò che è privo di ogni relazione. Ora, la verità, secondo la fede cristiana, è l'amore di Dio per noi in Gesù Cristo. Dunque, la verità è una relazione!'.”

Dire a coloro che non credono a nessuna verità oggettiva, che “la verità E’ UNA relazione” e non una nozione relazionale per cui l’individuo è capace di riceverla da Dio ma non di produrla da sé, significa aggirare la domanda, confermando chi ascolta a credere che essa sia relativa. La verità di per sé è “assoluta” in quanto sciolta dalla necessità di essere riconosciuta per rimanere tale, mentre ovviamente non può che essere colta da noi in relazione a Dio. Se non la vogliamo cogliere, Essa non cessa per questo di essere tale. La Verità è Gesù Cristo. La verità rischia altresì di diventare il prodotto di una sintesi ecumenica, se dobbiamo seguire “l’amore di Dio” ed essere da Lui guidati nel “cercare l’unità”, come lo stesso J.M. Bergoglio ha affermato il 21 ottobre alla Commissione luterano-cattolica.

“Alla domanda su ''cosa dire ai fratelli ebrei circa la promessa fatta loro da Dio: è essa del tutto andata a vuoto?'' il papa risponde che gli ebrei, ''proprio perseverando nella fedenel Dio dell'alleanza, richiamano tutti, anche noi cristiani, al fatto che siamo sempre in attesa, come dei pellegrini, del ritorno del Signore e che dunque sempre dobbiamo essere aperti verso di Lui e mai arroccarci in ciò che abbiamo già raggiunto''.

Anche qui J.M. Bergoglio invece di rispondere, sposta l’attenzione a “noi cristiani”, dichiarando addirittura che gli ebrei hanno preservato la “fede”(!!), che gli stessi sono “in attesa” come monito a non “arroccarci in ciò che abbiamo raggiunto”. Per imparare dalla loro “attesa”, magari non dovremmo arroccarci nella fede in Colui che risuscitò e che loro disconobbero, restando ancora “in attesa” di un messìa? Appare ovvio quanto la tragedia subita dagli ebrei nella seconda guerra mondiale abbia influenzato la stesura di Nostra Aetate, ma anche determinate prese di posizione davvero inedite e sconcertanti come quelle di Joseph Ratzinger circa una pretesa attenuazione dell’onnipotenza divina: http://www.agerecontra.it/public/press20/?p=12445

Come ha molto acutamente notato il filosofo don Curzio Nitoglia: “Allora ci si domanda retoricamente, come fa continuamente Francesco I senza attendere risposta, “cos’è la verità? Cosa posso dire io dell’omosessualità? dei divorziati? degli abortisti?”. Vale ancora la pena farsi metter in croce per “rendere testimonianza alla verità”?  Non si deve parlar più di questi valori “non negoziabili”. Così – pur senza dirlo esplicitamente – si lascia errare e  fare il male praticamente. Questa purtroppo è la tattica di Bergoglio, che solo l’Onnipotenza divina potrà arrestare. Ecco, dunque, le conseguenze dell’apertura alla modernità. Infatti, quando si nega il principio primo speculativo di identità e non contraddizione (sì = sì, no = no, sì ≠ no), si perde anche il principio primo di ordine pratico o la sinderesi “bonum faciendum, malum vitandum”, che riposa su quello di identità (bene = bene, male = male, bene ≠ male), per cui si perde la nozione di bene e di male, li si confonde e si prende il male per bene e viceversa. Tutto è praticamente lecito: il divorzio, l’aborto, l’omosessualità. Soprattutto non bisogna dibattere teoreticamente e dogmaticamente su tali questioni sorpassate dalla vita moderna e contemporanea. La verità non è più la “conformità dell’intelletto alla realtà” (Aristotele e San Tommaso), ma la “conformità dell’intelletto alle esigente della vita contemporanea” (Maurice Blondel). Siccome le esigenze della vita contemporanea richiedono ogni tipo di depravazione teoretica (negazione dei primi principi speculativi per sé noti ed evidenti) e pratica (negazione della sinderesi: “bisogna fare il bene e fuggire il male”), allora bisogna lasciar fare senza preoccuparsi della verità e moralità oggettiva, naturale e soprannaturalmente rivelata.”

Insomma è l’antropocentrismo sviluppatosi in “antropolatrìa” a pretendere la cancellazione del senso del peccato, distrutto dalla psicologìa e diluito nel collettivo dalla sociologìa. In Germania ti scomunicano se non paghi la tassa in favore della Chiesa (http://www.blitzquotidiano.it/cronaca-europa/germania-kirchensteuer-tassa-chiesa-cattolica-esodo-vescovi-vaticano-1349371/) ma se sei divorziato risposato e paghi, va tutto bene. La prassi dei sacerdoti di Friburgo che già da tempo darebbero la comunione ai divorziati risposati la dice lunga. Il cardinale canonista Velasio De Paolis, commissario papale dei Legionari di Cristo, membro della Cassazione vaticana e giurista di fiducia della Curia così si è espresso in relazione alla “mozione di Friburgo” sui divorziati risposati, pur ribadendo che per adesso non sarebbe cambiato nulla: “il Pontefice sta  compiendo un cammino di ricerca di possibili soluzioni.” Ci si chiede dunque quali soluzioni siano in campo se non deve cambiare nulla…E soprattutto, a cosa servirebbe un “sondaggio planetario” sulle materie delicate della Morale Cattolica? Come riportava Il Fatto del 1.11.13: “Papa Francesco vuole portare al sinodo dei vescovi straordinario sulla famiglia, che si terrà a Roma dal 5 al 19 ottobre 2014, le voci di un miliardo e duecento milioni di cattolici di tutto il mondo sul controllo delle nascite, sul divorzio e sul matrimonio gay. Per fare ciò, il neo segretario generale del sinodo, monsignor Lorenzo Baldisseri, a cui Bergoglio appena eletto Papa ha donato il suo zucchetto rosso (“tu sei cardinale a metà”), ha inviato alle conferenze nazionali degli episcopati di tutto il mondo un documento “da condividere subito e il più ampiamente possibile” tra i fedeli nelle parrocchie. Nella sua lettera di accompagnamento Baldisseri chiede che i risultati del sondaggio siano inviati in Vaticano entro il 31 dicembre 2013.”.

Pervasi da una sindrome biscardiana da “televoto”, i neomodernisti effervescenti ci propineranno prossimi conclavi col metodo delle “primarie” o presentaranno on line i documenti ecclesiastici per essere votati dai fedeli? Dal Decalogo alla Costituzione, dal Catechismo al Referendum…Magari i "suggerimenti" del dato statistico indurranno a Nuove Sintesi...

Le recentissime nuove chiusure circa il 'fenomeno Medjugorje', da trenta anni sempre sconfessato dalla gerarchìa, non placa però le speranze degli scismatici gospari corroborata dall' imminente pubblicazione di un Diario. Suor  Emmanuel, religiosa della Comunità delle Beatitudini,  nel numero di marzo dell’informatore Les Enfants de Medjugorje 2013  dà notizie sul rapporto del cardinale Bergoglio, adesso Papa Francesco, con Medjugorje: “…Dopo essersi visto annullare la sua visita in Uruguay, Ivan ha potuto testimoniare all’inizio di marzo a Buenos Aires poiché, prima della sua partenza per Roma, il Cardinal Jorge Bergoglio (il nostro caro Papa!) aveva dato il suo “via libera” per gli incontri di preghiera … L’arcivescovo Emilio Ognenovich dichiarò, nel 2006, il Cardinal Bergoglio è stato molto contento quando gli ho detto che partivo per Medjugorje… E’ lui che ha accolto il Padre Jozo Zovko quando è andato in missione in Argentina… E’ lui che ha accolto il Padre Danko l’anno scorso in Argentina. (Il Padre Danko è un francescano della parrocchia di Medjugorje, ben conosciuto dai pellegrini)… E’ lui che ha permesso ad Ivan di continuare i suoi incontri di preghiera a Buenos Aires… Da tre anni il suo confessore era un francescano bosniaco, il Padre Ostojic!. Prima di ciò, per 30 anni aveva come confessore il Padre Nikola Mihaljevic, un gesuita croato (recentemente scomparso).” Insomma la strana  vicenda degli oracoli balcanici non sembra ancora essere finita, se è vero come è vero che continuano i pellegrinaggi e le disobbedienze di una larghissima parte dell'attuale "clero" apparizionista.

Una dialettica hegeliana sembra dunque aver preso piede all’interno della Chiesa, per cui ogni questione deve essere rimessa in discussione e vagliata nuovamente palesando uno scetticismo di fondo, come ebbi modo di sostenere tempo fa su Radio spada: http://radiospada.org/2012/11/hegel-dottore-del-modernismo/

In tal senso il linguaggio ambiguo fu duramente condannato da Pio VI nella Auctorem Fidei a proposito del Sinodo di Pistoia, applicabile anche al prossimo Sinodo sui “divorziati risposati”:

“… l’arte maliziosa propria degli innovatori, i quali, temendo di offendere le orecchie dei cattolici, si adoperano per coprire sotto fraudolenti giri di parole i lacci delle loro astuzie, affinché l’errore, nascosto fra senso e senso (San Leone M., Lettera 129 dell’edizione Baller), s’insinui negli animi più facilmente e avvenga che – alterata la verità della sentenza per mezzo di una brevissima aggiunta o variante – la testimonianza che doveva portare la salute, a seguito di una certa sottile modifica, conduca alla morte. Se questa involuta e fallace maniera di dissertare è viziosa in qualsiasi manifestazione oratoria, in nessun modo è da praticare in un Sinodo, il cui primo merito deve consistere nell’adottare nell’insegnamento un’espressione talmente chiara e limpida che non lasci spazio al pericolo di contrasti.”

Il comportamento di molti cattolici è ormai simile però a quello di un fun club o a quello di un circolo di tifosi calcistici, che ovviamente “non cambiano squadra” se i giocatori o l’allenatore fanno autogol, stando attenti a non prendersela troppo con loro per non creare sfiducia “attorno alla squadra”. Già ho avuto modo di approfondire la crisi dell'autorità nella Chiesa e le tragiche conseguenze sul mondo cattolico, in: http://radiospada.org/2013/11/bergoglio-e-la-vertigine-dellabisso/

 - mondo incantato ed ipnotizzato in larghissima parte da autentiche trovate sceniche.

Le esternazioni e i gesti di J.M. Bergoglio infatti, sono quasi sempre autentiche trovate sceniche “ad effetto” e basti pensare a quanto avrebbe detto prima del Conclave: “Ho l’impressione che Gesù è stato rinchiuso all’interno della Chiesa e che bussa perché vuole uscire, vuole andare via”. L’idea suggestiva di un Gesù intrappolato fa intendere non solo che il Signore vorrebbe quasi quasi “evadere”, “andarsene via”, ma che in molti lo avrebbero ristretto. Torna costantemente la tentazione di condannare l’imperfezione e la inadeguatezza della Chiesa a svolgere la sua missione, come se ancora dopo duemilatredici anni non si fosse compreso pienamente come evangelizzare il mondo, a tal punto che lo stesso Gesù vorrebbe “uscire” (divorziare dalla Sua Sposa?) per riprendere il controllo della situazione.

Al chierichetto, altra straordinaria trovata scenografica, J.M. Bergoglio dice: “ti si sono incollate le mani?” http://wp.me/p3Bugf-1AW , certo con garbo e tenerezza da nonno ma anche con un puntino di insofferenza per un gesto giudicato magari eccessivo da parte sua, e cioè tenere le mani giunte in preghiera al suo passaggio. Perché dunque J.M. Bergoglio ha voluto stigmatizzare in modo così plateale un gesto di devozione naturale e spontaneo, addirittura nei confronti di un bambino? Forse perché lui stesso non si inginocchia davanti al Santissimo, ma lo fa per lavare e baciare i piedi dei galeotti il Giovedì Santo? Insomma bisogna far notare la propria umiltà in tutti i modi, andando a mangiare a mensa ad Assisi da solo lasciando i vescovi a mangiare invece lontani dalla “gente”, inginocchiandosi agli uomini ma non a Dio, disprezzando la devozione a se stesso come Papa ma apprezzando quella a se stesso come persona umile.

Le polemiche suscitate dalla sua Ferula che avrebbe tratti esoterici, francamente può risultare rilevante solo se si mette in confronto alla Mitra di Joseph Ratzinger:  https://www.facebook.com/note.php?note_id=10150661124546152 alle chicche di G.B. Montini: http://www.disinformazione.it/pentalfaepaolovi.htm, ma purtroppo per molti detrattori di J.M. Bergoglio, tutti i mali iniziano con lui.
Così non è ma OGGI si gioca una battaglia cruciale che segnerà la storia dei prossimi decenni.

Come riporta C.R. “L’Illinois è il quindicesimo stato americano a legalizzare il matrimonio tra persone dello stesso sesso… Con 61 voti a favore e 54 contrari, la Camera dell’Illinois ha, infatti, approvato la legge che, dopo la scontata firma del Governatore Pat Quinn, renderà possibile, dal primo giugno del 2014, lo pseudo matrimonio omosessuale… Il “Chicago Tribune” mette in luce un aspetto particolare della vicenda, facendo notare come in Illinois gli attivisti gay abbiano trovato un insolito alleato nel Papa richiamandosi alla sua, ormai celebre, esternazione rilasciata sul volo di ritorno dalla GMG a Rio de Janeiro, quando affermò: «se una persona è gay e cerca Dio in buona fede, chi sono io per giudicarla?». Secondo il giornale di Chicago tali parole hanno indotto ad un “esame di coscienza” diversi parlamentari cattolici, tra cui la democratica Linda Chapa LaVia e il presidente della Camera, Michael Madigan. Quest’ultimo ha sottolineato come i commenti del Papa sull’omosessualità abbiano assicurato tra i 5 e i 10 voti, decisivi per il passaggio della legge.

Come riporta il sito americano “LifeNews.com” commentando tale notizia, Linda Chapa LaVia ha giustificato il proprio voto a favore del matrimonio omosessuale affermando che: “come cattolica seguace di Gesù e del Papa, Papa Francesco, mi è chiaro che la nostra dottrina religiosa cattolica ha al suo centro l’amore, la compassione e la giustizia per tutte le persone“. Da parte sua Madigan, senza nominare direttamente il Papa, ha fatto comunque un chiaro riferimento alle sue osservazioni dichiarando: «per quelli a cui capita di essere gay e  che vivono le loro relazioni in maniera armoniosa e produttiva, ma illegale, chi sono io per giudicare che loro dovrebbero essere illegali?».” Non sono forse questi, se non i frutti, almeno gli effetti collaterali di un antimagistero?

Quel medesimo meticciato sessuale, culturale e razziale, brodaglia stagnante nel calderone delle utopìe, preparato nelle officine mondialiste, scimmie di Dio, ad uso e consumo di greggi disorientate ed ingannate, non ha dunque necessità di presentarsi anche come “meticciato religioso”, sincretistico, come un adogmatico Credo avanzante? E quale Resistenza ruvida, invincibile perché metafisica potrebbe esservi, quando la sentinella stessa plaude, confonde e si ritrae dall’agone? Quale Roccia infrangerà i melmosi assalti dell’ inferno nella sua battaglia omofila e transgender, se la guida non giudica, se la guida non combatte per prima, se i fedeli si aspettano coerenza apologetica più da un pastaio, che da Essa? Quale battaglia può galvanizzare gli animi dei volontari che pur ci sono, se appare orfana dell’autorità morale? Se addirittura gli avversari si fregiano delle parole di Bergoglio sui loro manifesti di propaganda?

Qui non rimane altro che pregare, non perché pregare sia minor cosa da fare, ma proprio perché è azione diretta sulla Causa Prima di tutte le cose.

Postilla.

Siccome è capitato ultimamente che schiere di spavaldi tastieristi e di improbabili ed anonimi gestori di "pagine", abbiano offeso, senza addurre argomenti e senza mai entrare nel merito delle questioni, giudicato e condannato moralmente il sottoscritto ed altri redattori di Radio Spada senza conoscerci, perché avremmo peccato di “arroganza” mostrando mancanza di carità con articoli “contro il Papa”, trovo giusto in questa sede chiarire moralmente la questione. Una questione che riguarda in realtà un po’ tutti, chi scrive e chi replica perché ha ad oggetto la “critica” ad uomini che rivestono ufficialmente ruoli ecclesiastici anche di sommo rilievo e l'invettiva gratuita e livorosa contro laici come noi.

Il Dottore della Chiesa e maestro di Teologìa Morale, nonché protettore dei giornalisti, San Francesco di Sales affronta in “Filotea” (Cap. XXVIII) proprio la questione circa ‘i giudizi temerari’ e (Cap. XXIX ) e ‘la maldicenza’:

“Concludere da un’azione mal fatta la condanna della persona è un giudizio temerario … non è permesso dubitare o sospettare se non proprio quando rigorosamente non se ne può fare a meno … La maldicenza è un vero omicidio, perché sono tre le nostre vite: la vita spirituale, corporale, civile … il maldicente con un sol colpo compie tre delitti: uccide spiritualmente se stesso, l’anima di chi ascolta e la vita civile a colui del quale sparla … non potremo mai dire che un uomo è cattivo, senza pericolo di mentire … si possono biasimare i vizi altrui anzi è necessario, quando lo esige il bene di chi ascolta … poi è necessario che io sia ponderato ed esatto nelle parole … ti concedo di parlare liberamente soltanto dei peccatori infami, pubblici ma sempre con spirito di carità e compassione, mai con arroganza … faccio eccezione per i nemici dichiarati di Dio e della Chiesa; quelli vanno screditati il più possibile: ad esempio le sette eretiche … E’ carità gridare al lupo quando si nasconde tra le pecore, non importa dove.”

Appare chiaro come ogni giudizio sia fallace, ogni processo sommario se fatti senza entrare nel merito delle questioni, condannando la persona come viziosa. Il santo ci ammonisce circa la prudenza, la misura, la carità e la verità che dobbiamo sempre usare nel parlare degli altri, ma la sua dolce premura diventa accesa polemica contro i nemici della fede, che invece vanno “screditati il più possibile”, denunciati ad alta voce come “lupi” che si nascondono “tra le pecore”.

    De hoc satis.

                                                                                                                   Pietro Ferrari
Fonte:
http://radiospada.org/2013/11/il-vostro-parlare-sia-si-si-no-no/

martedì 12 novembre 2013

Non è solo musica.

http://www.youtube.com/watch?v=0UjsXo9l6I8

«Jesus can't save you
Life starts when the Church ends».

Traduzione:
«Gesù non può salvarti
La vita inizia quando la Chiesa finisce

Empire State of Mind
Dall'album The Blueprint 3

Jay-Z


Commento

Caro Mr. Shawn Corey Carter in arte Jay-Z, la tua è una bestemmia contro Dio.
ma quale coraggio hai a fare quello che fai?
Come puoi essere così sordo verso la tua coscienza?
Come fai a non avere rimorsi?

La tua musica non è espressione di libero pensiero. Mi duole cari amici quando molti di voi anche di fronte all'evidenza continuano a dire: "...è solo musica! Non c'è male!". Come fate a non vedere? Perché vi rifiutate a capire ciò che dico? Credete forse di fare del bene a tollerare queste ed altre cose?


Mr. Shawn Corey Carter, il fatto che tu (come quelli come te) riesca a nascondere la tua vera natura e i pensieri malvagi alle persone del mondo, non farà alcuna differenza quando dovrai rendere conto dinnanzi a Dio per tutte le persone che TU hai cercato di allontanare da lui.


Ricordati:
"Egli ha operato potentemente col suo braccio; ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore"
Luca 1,51-52

Riccardo Ing


lunedì 11 novembre 2013

Vangelo Lc 16,1-8

In quel tempo, Gesù diceva ai discepoli: «Un uomo ricco aveva un amministratore, e questi fu accusato dinanzi a lui di sperperare i suoi averi. Lo chiamò e gli disse: “Che cosa sento dire di te? Rendi conto della tua amministrazione, perché non potrai più amministrare”.
L’amministratore disse tra sé: “Che cosa farò, ora che il mio padrone mi toglie l’amministrazione? Zappare, non ne ho la forza; mendicare, mi vergogno. So io che cosa farò perché, quando sarò stato allontanato dall'amministrazione, ci sia qualcuno che mi accolga in casa sua”.
Chiamò uno per uno i debitori del suo padrone e disse al primo: “Tu quanto devi al mio padrone?”. Quello rispose: “Cento barili d’olio”. Gli disse: “Prendi la tua ricevuta, siediti subito e scrivi cinquanta”. Poi disse a un altro: “Tu quanto devi?”. Rispose: “Cento misure di grano”. Gli disse: “Prendi la tua ricevuta e scrivi ottanta”.

Il padrone lodò quell'amministratore disonesto, perché aveva agito con scaltrezza. I figli di questo mondo, infatti, verso i loro pari sono più scaltri dei figli della luce».

Commento da laico

Cari amici. La prudenza. Questa è la virtù a cui Cristo ci chiama per vivere meglio la nostra vita. Come la definiva San Tommaso D'Aquino, è la « retta norma dell'azione ».
Purtroppo oggigiorno tale virtù non solo non è seguita ma spesso viene osteggiata (dai potenti) e fatta odiare (al popolo) con sterile retorica sotto altri nomi: mancanza di coraggio, egoismo e talvolta razzismo.
Grazie alla mancanza di prudenza che il mondo e la stessa Chiesa sta andando in rovina poiché aprirsi sempre e comunque alle novità senza riflettere porta alla rovina perché i malvagi (che non ragionano come noi perché privi di scrupoli) sono sempre pronti a sfruttare ogni situazione e ogni debolezza a loro vantaggio.

Stiamo attenti e vigili cari amici, non ascoltiamo falsi profeti e i dottori dei farisei: Massoneria, Naturalismo ebraico e comunismo. Come lupi vestiti da agnelli vengono a noi.
"....I figli di questo mondo, infatti, verso i loro pari sono più scaltri dei figli della luce" ci dice il Signore Gesù.

Ricordatevi: Quando un rinoceronte ti carica, non è con il chiudere gli occhi che ci si salva da esso!



Riccardo Ing.

giovedì 7 novembre 2013

“Dio non benedica l’America” L’ultima battaglia di atei e laici

La Repubblica del 6 novembre 2013

C'è un’America stanca di benedizioni, che vuole espellere Dio dalle stanze del potere politico, ammesso che ci sia mai davvero entrato. Un’America laica, atea, laicista, non cristiana che chiede alla Corte Suprema di proibire il canto di quell’inno mistico che invoca, dai campi di baseball alle aule del Congresso, la “benedizione divina”.
La nenia composta un secolo fa da Irving Berlin che deputati e senatori, credenti o atei, intonano sotto la cupola del Campidoglio, la canzone dolce e melensa che i tifosi di baseball come i bambini sui campi sportivi cantano per chiedere che “God Bless America”, che Dio benedica l’America violerebbe la Costituzione, secondo i querelanti che hanno ottenuto udienza dalla massima Corte. E la decisione dei nove “Supremes”, come scherzosamente sono soprannominati i nove sommi magistrati ricordando un famoso trio canoro femminile degli anni ‘60, che ha accettato fra decine di migliaia di casi di discutere e di deliberare sull'inno, dimostra che la questione esiste ed è aperta.
La formula che chiude questo pezzo musicale, divenuto da tempo il “secondo inno” ufficioso degli Stati Uniti dietro al formale “Star Spangled Banner”, la bandiera a stelle e strisce, è ormai molto più del refrain musicato dal grande Irving Berlin nelle trincee della Grande Guerra e poi da lui riadattato nel ‘39, alla vigilia del Secondo Conflitto. L’idea che Dio possa “benedire l’America”, che per essa abbia un occhio di riguardo, è la conclusione inevitabile dei discorsi presidenziali sullo Stato dell’Unione. Un atto di fede. Ed è l’invocazione, tragicamente disperata, che deputati e senatori nel panico spontaneamente cantarono, insieme con milioni di americani, sui gradini del Campidoglio, nel pomeriggio dell’11 settembre 2001. Nel giorno in cui Dio, o almeno il loro Dio, era parso scordarsi della “sua” America.
Ed è proprio quello che due donne, due abitanti di Greece, cittadina di 14 mila persone nel nord dello Stato di New York, non vogliono più sentire. Susan Galloway e Linda Stephens, una di religione ebraica, l’altra atea, avevano fatto causa al consiglio comunale che da dieci anni apriva le riunioni con la benedizione di un pastore cristiano e con il canto dell’inno. Dopo avere vinto e perso processi, ricorsi e appelli, le due donne si sono rivolte alla Corte Suprema per stabilire, una volta per tutte, se quella giaculatoria violi la separazione fra Stato e Chiesa che la Costituzione sancisce quando vieta a ogni organismo legislativo di fare norme che privilegino e stabiliscano culti. 
La controversia sulla laicità obbligatoria dello Stato esiste e continua da 222 anni, da quando il Primo Emendamento della Costituzione proibì la creazione di una “religione di Stato” e più tardi — ma non nella lettera della Carta — Thomas Jefferson e James Madison affermarono il principio della separazione fra Stato e Chiesa. Una paratia stagna, secondo le intenzioni dei Padri Fondatori che i laici, gli atei, i non cristiani hanno visto con paura farsi negli anni sempre più porosa. 
Senza mai una decisione formale, una sentenza, una legge, il Dio cristiano è entrato nelle parole, se non necessariamente nell’anima, di generazioni di leader politici, non passando mai dalla porta principale della Costituzione, sbarrata, ma dalle finestre socchiuse dell’opportunismo politico. Fu, un po’ a sorpresa, Ronald Reagan a raccontare nel suo discorso d’addio gli Usa come «la città luminosa sulla collina», un’espressione ripresa dal Vangelo secondo Matteo per descrivere il Regno di Dio. E dopo una certa trascuratezza da parte di Bill Clinton, distratto da cure più umane, il misticismo rientrò prepotentemente con George W Bush: «L’America è la terra prescelta e prediletta dal Signore» proclamò in un discorso elettorale del 2000.
Ben prima della benedizione formale di Bush jr, il canto si era diffuso nella quotidianità della vita politica e collettiva, anche oltre la “Cintura della Bibbia”, la catena di stati fondamentalisti del Sud. 
La benedizione di Dio è invocata dagli spettatori del baseball, esausti alla fine del settimo inning quando ancora ne mancano due. E’ intonata prima della partite di football e nelle aule di scuole private, da giocatori, insegnanti, alunni, costringendo spesso i non credenti o i seguaci di altre divinità a restare seduti o a bocca chiusa, con imbarazzo.
Nessuno vuole, neppure le due implacabili signore della cittadini di Greece che questa dolce nenia, perfetta per i momenti di commozione postuma nei luoghi di massacri a fucilate e tragedie, sia bandita. Alle minoranze laiche o atee, ai non cristiani che vedono in quel Dio benedicente un Dio che loro non riconoscono, preme evitare che il salmo composto da Berlin, ebreo, soltanto per invocare la pace, diventi il sotto inno degli Stati Uniti.
Ma sono minoranza. I sei uomini e le tre donne della Corte Suprema lo sanno, come lo sa Barack Obama, sempre attento ai profumi del vento politico, che già si è espresso per mantenere l’invocazione nelle aule del Parlamento delle assemblee che lo desiderino. Lo sanno naturalmente anche i devoti e i mistici, già accampati come sempre nei momenti delle sentenze storiche, davanti al palazzo della Corte Suprema. Nella loro veglia, intonano il “God Bless America”.


Commento

Cari amici. Che triste ironia! Chi mi conosce sa bene che spesso nel parlare di religiosità nel mondo anglosassone dico: "Non basta dire ogni tanto DIO BENEDICA L'AMERICA e nel resto poi fare l'esatto contrario". Benissimo ora, forse non ci sarà nemmeno più questo.
Se davvero sarà così è fuori di dubbio che questa sarà una scelta coerente con tutte le scelte di questa classe elitaria che in tutti i modi vuole cacciare Dio dalla storia e dalla vita delle persone.
Spero comunque che questa cosa serva di lezione a chi anche all'interno della Chiesa si ostina cocciutamente a volere questo abbraccio mortale con questo teoconservatorismo anglosassone che:

  • Nulla ha a che vedere con la dottrina sociale della Chiesa
  • Da sempre si è mostrato DE FACTO anti romano e anti papista
  • E' espressione del luciferismo della massoneria
Dicevano bene quegli storici che senza timori dicevano che la riforma protestante non ha fatto altro che aprire la strada all'ateismo massificato in tutte le sue forme più o meno pratiche e/o strutturate.

Preghiamo, cari amici, affinché il popolo americano riesca a ritrovare la ragion perduta e rifugga i folli piani dei suoi tiranni! Preghiamo perché accolgano Dio.
Preghiamo per la Chiesa e i ministri di Dio, che ritrovino il coraggio di andare controcorrente e CONDANNARE questo male dell'anima che anche l'Europa affiligge.

Dio perdoni il popolo Americano!

Riccardo Ing






mercoledì 6 novembre 2013

ESSERE UOMINI IN AMERICA

18.9.2008

di Marc H. Rudov, 23 Aprile 2007

Riuscite ad immaginare uno stato dove a una bambina viene permesso di usare il bagno dei bambini maschi e competere per diventare il Re della festa di fine anno ? Se stavate pensando alla California, allora avete indovinato.

Durante il weekend l'Associated Press ha pubblicato una storia, di una ragazza che si è candidata per diventare Re della festa di fine anno del liceo di Fresno. Proprio così, Re. Con l'intenzione di indossare un tuxedo, Cinthia Covarrubias, un transessuale che un tempo si chiamava Tony, spera di emergere vittoriosa contro sei ragazzi, anche loro ambiziosi di conquistare la corona.

Vedete, la California ha questa legge, chiamata 'California Student Safety and Violence Prevention Act of 2000', che, tra le altre cose, permette ad uno studente di scegliersi il sesso del giorno — permettendogli/le di scegliersi un corrispettivo nome, bagno, e codice d'abbigliamento — senza che possa venir discriminato.

All'inizio, i funzionari di questa scuola con 2,700 studenti, non volevano permettere ad una ragazza di competere per diventare Re della festa di fine anno, ma alla fine hanno dato ascolto agli avvocati distrettuali, che hanno raccomandato di inserire il nome Covarrubias al gruppo di contendenti, per rispettare la legge statale del 2000. La vice preside, Sheila Uriarte, ha detto: "Vogliamo sempre il meglio per i nostri studenti. Ecco perchè abbiamo preso questa decisione".

In una società politicamente corretta, immersa nel relativismo, quale sarebbe la cosa "giusta" ? Io pensavo che Giusto contro Sbagliato, secondo i progressisti, fosse un concetto antiquato. Fresno, consapevolmente o no, ha infilato un altro chiodo nella bara maschile. Allora, com'è che stanno reagendo gli uomini a questo nonsenso ? Stanno reagendo con il loro tipico atteggiamento di rassegnazione disfattista e acquiescenza.
Immaginate che effetto avrà sui bambini maschi la decisione del distretto scolastico di Fresno. Cosa comunicherà loro circa l'identità maschile, la loro sua sessualità, il loro posto nella società, il loro scopo, importanza, e significato ?

Fresno, come anche il resto del paese, sta dicendo ai bambini maschi — e anche a tutti i maschi — che sono inutili. Questo l'abbiamo appreso recentemente con le false accuse e la fortunata discolpa di tre giocatori di lacrosse della Duke University. Una moltitudine di madri americane con i propri figli hanno assistito a questi tre ragazzi mentre venivano falsamente accusati di stupro e coperti di fango per 13 mesi, quasi distruggendoli durante il processo. Avete per caso visto una qualche "marcia di un milione di madri" protestare questa atrocità compiuta contro questi ragazzi ? Se avete visto una simile cosa, mandatemi il video.

La Vita di un Ragazzo

Il tipico bambino americano cresce in una casa senza padre — o per via del fatto che i divorzi hanno raggiunto quota 50%, oppure perchè il 37% delle gravidanze avvengono fuori dal matrimonio — e adotta il comportamento della madre, i suoi atteggiamenti e i suoi pregiudizi. Lui sa che suo padre è stato finanziariamente rovinato per via dell'assegno mensile che deve pagare alla sua ex moglie, se i suoi genitori erano sposati. Nemmeno si chiede il perchè sua madre ha avuto la casa, il SUV, e la custodia dei figli. Semplicemente così è come vanno le cose.

Invece di partecipare a sport competitivi (all'America politicamente corretta non piace la parola "competitivo" — troppo mascolina), siede davanti alla tv a schermo piatto comprata dal padre e che vide una sola volta, e viene quotidianamente bombardato con telefilm e pubblicità che mostrano uomini e padri come completi idioti e vittime della "divertente" violenza femminile. Se recentemente questo bambino era attento alle news, ha anche visto che Mary Winkler ha ucciso il proprio marito e ha ricevuto una condanna di soli tre anni di carcere — forse con la sospensione condizionata della pena e quindi alla fine niente carcere.

Il bambino americano cresce ascoltando le due bugie gemelle misandriche che le donne causano solo il 5% della violenza domestica e che le loro false accuse di stupro si attestano solo al 2%. Quando questo bambino cresce, e diventa un poliziotto, un procuratore, un giudice, un legislatore, un direttore di giornale o il dirigente di una TV, immaginate come quella spazzatura lo influenzerà nel trattamento che riserverà agli altri uomini. Non c'è nemmeno bisogno immaginarselo: la presunzione di innocenza — nei tribunali e nei media — non viene più applicata agli uomini.

Il nostro bambino americano va allora in una scuola con una politica della 'tolleranza zero', che dice che la versione dello stupro o della molestia sessuale raccontata da una ragazza è anche la versione corretta di come sono andate effettivamente le cose. Lui sa che la ragazza ha il diritto di entrare nel bagno con la scritta "boys" dipinta nella porta. E, adesso, questo bambino sta anche assistendo ad una ragazza vestita con un tuxedo mentre compete per diventare il Re della festa di fine anno, e ascoltando la vice preside di questa scuola benedire questo moderno e Pazzo Mondo.

Questo bambino non potrà entrare nel 'Boys Club of America', perchè non esiste più; adesso è diventato 'Boys & Girls Clubs of America'. Può comunque entrare nei Boy Scouts, dove molte esperte esploratrici sono delle madri. Non può giocare più a palla avvelenata o a nascondino — entrambi vietati perchè troppo pericolosi.

Allora, cosa fa questo bambino ? Ascolta il gangsta rap e gioca a videogiochi violenti. Completamente malsano. Quando io ero giovane, i bambini maschi avevano parecchie opzioni, attività e spazi per essere appunto bambini. Sapevamo cosa significava essere un bambino maschio. Chiedete oggi, ad un bambino, di dire qual'è il significato, per lui, di essere un bambino maschio. Ripeterà a pappagallo quello che la madre gli ha detto essere il significato.

Alla fine, il nostro moderno bambino americano approderà al college. Se si iscrive alla Università della California nel Settembre del 2007, noterà che il 56.6% dei nuovi iscritti è composto da studentesse. Dopo quattro anni, un 33% in più di ragazze raggiungeranno la laurea rispetto ai ragazzi. Allora, le donne controlleranno circa il 60% di tutto il benessere degli USA.

Se questo ragazzo sarà poi così stupido da fare dei figli, o ancora peggio, di sposarsi, ripeterà la stessa abissale esperienza fatta da suo padre — perderà la custodia dei suoi figli, i propri beni, e qualsiasi ruolo genitoriale — mentre suo figlio diventerà androgino, se va bene, altrimenti totalmente femminilizzato.

Per concludere

Ho smesso di esortare gli uomini a portare la loro lotta negli apparati legislativi. I funzionari eletti — la maggior parte dei quali sono uomini — se ne fregano degli uomini. Di conseguenza, gli uomini devono iniziare a comportarsi da uomini nella loro vita di tutti i giorni. Questo non significa sminuire o maltrattare le donne. Questo significa iniziare a credere che il loro valore di uomini è pari a quello delle donne — cosa che la maggior parte degli uomini non crede — e iniziare a trattare le donne come delle pari. Significa che gli uomini devono cancellare dal loro cervello ogni residuato di pensiero che anche solo lontanamente fa richiamo alla "deferenza nei confronti delle donne".

Se una femmina può dire che sarà la comandante in capo delle nostre forze armate, se può guadagnare 16 milioni di dollari all'anno come anchor della CBS, se può pilotare uno shuttle, allora deve anche farsi carico delle proprie responsabilità, degli obblighi, dei sacrifici e dei colpi duri. Non può una volta dire che le donne sono forti e pari — e nel contempo delicate e fragili e sottopagate. Perchè gli uomini non capiscono questo semplice ragionamento logico ?

Gli uomini devono avere la fortezza testicolare di segnare delle linee che non vanno oltrepassate. Se gli uomini si danno delle regole di ferro, allora devono pretendere che anche le donne facciano lo stesso. Sfortunatamente, essere uomini in america significa inchinarsi alle donne — persino eleggerle Re. Questo significa forse che il Re nello scacchiere presto indosserà la gonna ? Perchè no — la Regina, già ora, ha più potere.

Se un uomo è in grado di dedurre il risultato di una partita di football durante gli ultimi due minuti, perchè non può anche comprendere che, a meno che non si darà da fare — e in fretta — il suo destino è virtualmente segnato nella Ginocrazia Americana ?

E' tempo che ogni uomo americano decida se è un re o una regina, e che sappia anche dire qual'è la differenza tra i due.

Fonte:

http://antifeminist.altervista.org/opinioni/18_9_2008_rudov.htm
[ FONTE: The NoNonsenseMan ]
[ TRADUZIONE: Antifeminist.altervista.org ]


Commento

Diceva Gilbert Keith Chesterton:
"Quando tutti saranno senza sesso ci sarà uguaglianza. Non ci sarà né donna, né uomo. Non ci sarà che fraternità, libera ed eguale. L'unica consolazione sarà che ciò non durerà che per una sola generazione".

[Ecco un tipico esempio di castrazione mentale che subisce l'uomo medio in occidente]

Riccardo Ing


lunedì 4 novembre 2013

L'AMICO AMERICANO NON E' POI COSI' AMICO

DI MASSIMO FINI
ilfattoquotidiano.it

Forse non tutto il male vien per nuocere. Chissà che il Datagate non apra finalmente gli occhi all’Europa, non le faccia capire che gli Stati Uniti, oggi, non sono più il nostro maggior alleato ma, oltre che un competitor economico sleale, un nemico e forse il principale. Per la verità è da tempo, da quasi un quarto di secolo, che avremmo dovuto prendere le distanze “dall'amico americano”, dal 1989 quando si dissolse l’Unione Sovietica. Fino ad allora questa alleanza sperequata con gli Stati Uniti, simboleggiata e concretizzata dalla Nato, era stata obbligata perché solo gli americani avevano il deterrente atomico per dissuadere “l’orso russo” dal tentare avventure militari in Europa Ovest.

Era chiaro, o almeno appariva tale, che se l'Urss avesse osato sganciare la Bomba su Berlino o su Parigi o su Roma missili sarebbero partiti dal-l’America in direzione di Mosca. Per la verità la cosa non era poi così scontata. Almeno da quando a metà degli anni Ottanta Ronald Reagan, in un momento di brutale franchezza o di inizio di Alzheimer, si lasciò sfuggire che “l’Europa potrebbe essere teatro di una guerra atomica limitata”.

Comunque sia, l’Alleanza Atlantica è stata per quasi settant'anni lo strumento con cui gli americani hanno tenuto l’Europa in stato di sudditanza, militare, politica, economica, culturale e psicologica. Avevamo, è vero, anche un debito di riconoscenza verso di loro: ci avevano liberati dal nazifascismo. Ma, come ha detto la Littizzetto, “quando scade il mutuo?”.

  Sono passati settant'anni. Il mutuo è scaduto. Il pericolo russo non esiste più, anzi la Russia (se si ingoia il rospo del genocidio ceceno, e non è poco) si presenta oggi come un alleato più credibile degli attuali Stati Uniti. In fondo la Russia, almeno nella sua parte al di qua degli Urali, è culturalmente (Dostoevskij, Tolstoj, Cechov, Gogol, Puskin) più vicina all'Europa dell’America. E i nostri interessi di europei non solo non coincidono più con quelli americani, ma divergono. Noi non possiamo avere la stessa politica aggressiva nei confronti del mondo arabo-musulmano. Se non altro perché questa gente ce l’abbiamo sull'uscio di casa e non a diecimila chilometri di distanza.

Qualche cauto tentativo di sfilarsi dall'abbraccio “dell'amico americano” da parte di alcuni Paesi europei c’è stato. La Germania non è andata in Iraq, la Spagna di Zapatero si è ritirata. Noi italiani invece ci siamo andati, in “missione di pace” naturalmente e i nostri militari, credendo alle menzogne dei nostri politici, hanno piazzato il loro quartier generale quasi nel centro di Nassiriya con le tragiche conseguenze che conosciamo. Mentre olandesi, canadesi, francesi, polacchi se ne sono andati o se ne stanno andando dall'Afghanistan, noi italiani ci restiamo. Alleati fedeli, fedeli come solo possono esserlo i cani, ma nello stesso tempo sleali perché non combattiamo e paghiamo i Talebani perché non ci attacchino e persino ci proteggano. Spendendo così inutilmente 800 milioni di euro che potremmo utilizzare meglio dalle nostre parti. Ma lasciamo perdere l’Italia, un Paese senza, svuotato di tutto, che geopoliticamente non conta più nulla perché ha perso il suo ruolo di terra di confine fra Est e Ovest. È l’Europa nel suo insieme che, approfittando anche del Datagate, deve prendere le distanze dall'Alleanza Atlantica. Anzi liberarsene al più presto. E che gli americani continuino pure a spiarci, ma almeno da nemici e non, beffardamente, da alleati.

Massimo Fini
Fonte: www.ilfattoquotidiano.it
2.11.2013

Commento

E voi, cari amici, cosa scegliete?
La "pace americana" che è la pace (un po' anche frociona) come la dà il mondo? Oppure la vera pace come la dà Dio?

Scegliete bene amici miei!

Riccardo Ing.